Il guru del marketing chiude la quarta edizione del forum che prende il suo nome e confessa il suo amore per l'Italia. Sul Precision Marketing ammette: "E' un obiettivo ancora lontano da raggiungere"
© ufficio-stampa
“Vuoi sapere in generale ciò che i consumatori desiderano o vuoi conoscere nel dettaglio cosa desidera ogni consumatore, in modo tale da poter cucire su misura per lui la tua offerta?”. Philip Kotler, guru del marketing mondiale, racchiude in una domanda il concetto di Precision Marketing, il tema al centro della quarta edizione del PKMF che si è chiuso al F.I.CO Eataly World di Bologna.
“Dobbiamo rendere il marketing più preciso, questo è il nostro obiettivo - ha spiegato Kotler a Tgcom24 -. Al momento, però, siamo ancora lontani dal raggiungerlo. Pensiamo a quando ogni giorno riceviamo messaggi di aziende convinte che io sia pronto a comprare ciò che loro stanno vendendo, aziende che nemmeno sanno chi sono. Questo dimostra che non siamo ancora entrati nell’era del Precision Marketing”.
Kotler, da sempre grande conoscitore del nostro Paese, ha confessato di amare l’Italia. “Le aziende italiane sono creative, si pensi alla moda, con brand che sono stimati in tutto il mondo. Gli italiani sono pieni di passione per ciò che fanno, sono estremamente reali, ed è questo che io amo dell’Italia. Ciò che manca qui sono le grandi imprese: l’Italia è il Paese delle Pmi”.
Dal marketing 2.0, in cui l’obiettivo era colpire il cuore del cliente, secondo Kotler siamo passati al 3.0 e il bersaglio è ora lo spirito. E se gli chiediamo come sarà il marketing 4.0, ci spiega: “La priorità non sarà il digitale. Le aziende non devono diventare totalmente digitali, ciò non vuol dire che non lo debbano essere per nulla, sarebbe preoccupante. La mia speranza è che, anziché fingere di essere digitali, portino a compimento davvero gli investimenti di cui hanno bisogno”.