I finanziamenti erogati dagli istituti di credito alle aziende sono diminuiti complessivamente di 105,9 miliardi di euro negli ultimi quattro anni
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Il credito concesso dalle banche rappresenta ancora la principale fonte di finanziamento per le imprese italiane, specialmente per le quelle di piccole e medie dimensioni. Eppure non tutte riescono ad accedervi.
Secondo una stima di Confartigianato, ad esempio, i finanziamenti erogati dagli istituti di credito alle imprese sono diminuiti complessivamente di 105,9 miliardi di euro negli ultimi quattro anni: il 10,6% in meno rispetto al giugno del 2011, dunque.
Dovendo fare a meno del credito bancario, necessario allo svolgimento dell'attività, molte imprese sono state costrette a chiudere i battenti: secondo il Cerved, gruppo specializzato nell'analisi del rischio del credito, dal 2008 al 2014 sono fallite complessivamente 82 mila imprese; mentre i posti di lavoro persi sono stati circa un milione.
Quelle sopravvissute alle difficoltà della crisi economica hanno rinunciato invece ad assumere nuovo personale (o a licenziare quello già assunto) e ad investire. Tra il 2011 e il 2015, gli investimenti fissi lordi – a valori grezzi correnti – sono diminuiti di 51,6 miliardi di euro (-15,9%). Contrariamente a quanto accaduto in Francia e Germania. Dove la dinamica sia dei prestiti che degli investimenti è in territorio positivo, osserva Confartigianato.
Particolarmente critica, poi, la situazione per le imprese di piccola dimensione: a maggio 2015 le aziende, che impiegano fino a 20 addetti, hanno registrato una diminuzione dei prestiti del 2,3%. Un calo decisamente più consistente rispetto a quello evidenziato dal totale delle imprese attive in Italia nell'ultimo anno (-1,6%).
Tuttavia un dato parzialmente positivo c'è. Infatti, pur restando ancora numerosi (nel secondo trimestre sono stati circa 40 al giorno), i fallimenti hanno subìto una frenata nel corso degli ultimi mesi. Da aprile a giugno, stando ai dati raccolti da Unioncamere, sono diminuite tanto le aperture di nuove procedure fallimentari, che si sono fermate a quota 3.654 (il 10% in meno circa rispetto alle 4.044 dello stesso periodo dell'anno precedente) quanto le procedure di concordati preventivi (414), in diminuzione del 22,9% rispetto a dodici mesi fa. Consistente la contrazione dei fallimenti nell'industria manifatturiera (-17,3% su base annua), nelle costruzioni (-14%) e nel commercio (-11,6%).