Lo studio

Quanto producono gli stranieri che lavorano in Italia

Secondo uno studio della Fondazione Di Vittorio – Fillea Cgil, generano il 9% del Prodotto interno lordo del Paese

14 Set 2015 - 05:00
 © ansa

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I lavoratori stranieri residenti in Italia producono una quota significativa del Prodotto interno lordo del Paese. Diversi studi hanno quantificato così il contributo che offrono alla crescita dell'economia italiana, anche in tempi difficili come quelli attuali.

Ad oggi, gli stranieri residenti in Italia sono 5 milioni: 151 mila in più rispetto al 2014. Di questi, i lavoratori dichiarati sono 2,36 milioni. Si tratta di lavoratori impiegati in diversi settori (lavori domestici, ristorazione, commercio al dettaglio...) e che, secondo un rapporto della Fondazione Di Vittorio – Fillea Cgil, producono 123 miliardi di Prodotto interno lordo, pari al 9% della ricchezza italiana complessiva.

Una quota consistente dei lavoratori stranieri (circa 579 mila unità) svolge lavori domestici (colf, badanti e baby sitter...) mentre il resto ha trovato un impiego in altri settori.

Nelle costruzioni, ad esempio, la presenza dei lavoratori immigrati è strutturale e storica, osserva il report. Il settore impiega complessivamente 250 mila lavoratori stranieri: 50 mila unità in meno rispetto al periodo precedente la crisi economica. Del resto quello delle costruzioni è stato uno dei comparti maggiormente colpiti dalla recessione. Tra il 2012 e il 2015, secondo una stima di Confartigianato, in Italia il settore ha perso 254.500 occupati: oltre il 50% dei posti di lavoro 'bruciati' nel comparto a livello europeo (502.300).

Lo studio non ha tenuto conto del lavoro in nero, stimato dalla Fillea "in almeno 300 mila fantasmi, che sfuggono ad ogni tutela e statistica, ma non a quell'economia sommersa che vale il 12% del Prodotto interno lordo".

Interessante, poi, analizzare la distribuzione geografica dei lavoratori stranieri. Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa, la maggior parte degli occupati stranieri (il 59%) ha trovato un impiego nel Nord del Paese mentre il resto lavora nel Centro (26,9%) e nel Mezzogiorno (14,1%). Tra il 2008 e il 2014, però, gli occupati stranieri sono cresciuti con maggior intensità nelle regioni meridionali (67%) e nel Centro del Paese (51,8%) e con percentuali minori nelle regioni settentrionali (47,8%).

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