Edilizia e terziario i settori in cui si sono riscontrate più scorrettezze. Nel mirino soprattutto lavoro sommerso, sicurezza e tutele
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Su 62.710 ispezioni realizzate nelle aziende nel 2021 dal solo personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro "oltre il 62% è risultato irregolare". Il dato emerge dalla relazione annuale dell'Inl sull'attività dell'anno passato, appena pubblicata: secondo il report, se si considerano anche i controlli effettuati globalmente insieme a Inps e Inail, pari a 84.679, la percentuale delle realtà produttive con irregolarità sale al 69%.
Più verifiche in tema previdenziale e assicurativo - I controlli sulle aziende da parte dell'Inl, mette in evidenza il documento, "raggiungono il 78% di quelli complessivamente svolti; l'aumento di tali controlli (+9,7%) ha avuto un notevole effetto di trascinamento verso l'alto delle ispezioni definite in materia previdenziale (+14%) e in materia assicurativa (+33%)".
Più irregolarità in edilizia e terziario - Secondo quanto indicato, gli indici di irregolarità più elevati "si riscontrano nell'edilizia e nel terziario laddove, in particolare, si rileva un tasso di anomalie notevole nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarità sono riconducibili, in primo luogo, a esternalizzazioni e interposizioni illecite".
La crescita delle ispezioni fa diminuire il lavoro nero - "Il tema del lavoro sommerso - chiarisce il direttore dell'ispettorato Bruno giordano -, della sicurezza del lavoro, delle tutele del lavoro costituisce il principale campo di attività dell'ispettorato, che ha portato a una diminuzione del lavoro sommerso dell'8% in presenza dell'incremento dell'attività ispettiva. Più ispezioni, meno lavoro nero. Meno lavoro nero, meno concorrenza sleale".