Intervista a Tgcom24

Recovery Fund, sottosegretario al Mef: "Necessario rivedere la distribuzione delle risorse"

Maria Cecilia Guerra ai microfoni di Tgcom24 spiega quali siano i punti da rivedere per la presentazione del piano italiano per i fondi Ue, quante siano le risorse e dà il suo punto di vista sul caso McKinsey

08 Mar 2021 - 19:24

Serve ancora tempo per stilare il Recovery Plan. Lo afferma a Tgcom24 il sottosegretario al Mef, Maria Cecilia Guerra, che spiega che la revisione si è resa necessaria per un nuovo parametro che non era stato ancora reso noto. Si tratta di "un parametro che serve a riequilibrare la distribuzione delle risorse che deve tenere conto dell’andamento del Pil e quindi di quanto effettivamente hanno sofferto per l’epidemia le diverse economie".

"Sarà necessaria questa correzione". Ma le risorse ci sono: 135 miliardi entro il 2022.

Rivedere budget e selezionare nuovi progetti "Tecnicamente significa che rispetto alla distribuzione delle somme che si era pensato - osserva la Guerra -, bisognerà ridurre gli interventi in alcuni campi oppure selezionare in modo diverso i progetti. Dobbiamo progettare su un budget relativamente inferiore, sono risorse comunque importanti, abbiamo 135 miliardi da investire entro il 2022 e già questa è una sfida rilevante. Cercheremo di farcela nel modo migliore possibile e ciò aiuterà in modo significativo la nostra economia".

Il Mef ha fugato tutti i dubbi sul ruolo di McKinsey Sul caso McKinsey, sottolinea come sia "giusto che se ne parli". Quello fatto alla società americana "è un contratto che sarà pubblicato sul sito del Mef": nulla di nascosto. Il Dicastero "ha risposto tranquillizzando chi ha sollevato preoccupazioni". "Non parliamo di un'agenzia non italiana che interviene nelle scelte del piano, ma di una multinazionale che mette a disposizione le sue competenze tecniche nella fase di confezionamento ai fini espositivi del programma, per esempio come si compongono graficamente le slide, cose importanti, perché il confezionamento del prodotto deve essere omogeneo, seguire i criteri della comunità europea, niente che abbia a che fare con le scelte politiche o privilegi nell’accesso alle informazioni. Il contratto è inoltre limitato nell’importo". "Io personalmente sono di LeU e il mio partito ha chiesto chiarimenti, giustamente. Chiarimenti che sono stati dati e sono stati sufficienti a fugare i dubbi".

Crollo dei contratti a termine e revisione degli ammortizzatori sociali Per quanto riguarda i dati allarmanti sui contratti a termine, la Guerra evidenzia che in realtà "è un dato preoccupante al di là del Covid". "Anche prima avevamo questo proliferare di contratti determinati di brevissima durata, che danno alle imprese una flessibilità sull’uso dei lavoratori che a me sembra eccessivo e dove sono penalizzati giovani e donne. Con la pandemia siamo potuti intervenire con il blocco dei licenziamenti accompagnato da strumenti come la cassa integrazione ed è andata a sostegno di tutti i datori anche con un solo dipendente, ma non abbiamo potuto impedire la falcidia dei contratti a termine. Siamo intervenuti con indennità, sussidi di disoccupazione, però il tema è serio - dichiara -. Non si può procedere con il blocco per sempre, qualche altro mese è assolutamente necessario. Ed è giusto rispondere alla sollecitazione che viene fatta di mettere mano a forme degli ammortizzatori sociali per renderli universali. Per coprire anche i lavoratori che non ce l’hanno".

Next Generation per rilanciare nuovi posti di lavoro Infine, il sottosegretario dà la sua visione su "Next Generation" che "va a sostegno dell'economica, per la ripresa economica e per rilanciare l’occupazione anche nei settori più innovativi, non a caso la componente maggioritaria del Recovery è, per decisione Ue, dedicata a tipi di settori con un forte connotato innovativo, questo darà assunzioni di maggior qualità nel privato ma anche nel pubblico. E' molto importante che anche la P.a. si rinnovi".

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