Nel 2023 il rischio di povertà si è ridotto di 1,2 punti percentuali passando dal 20% al 18,8%
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Sono circa un milione le famiglie italiane che riscontrano una diminuzione o un annullamento del Reddito/Pensione di cittadinanza nel 2023 rispetto al 2022. Lo segnala l'Istat, secondo cui "la riduzione è riconducibile al miglioramento nei livelli di reddito e alla diminuzione sia nei mesi di fruizione (per la parziale modifica dei criteri), sia nel tasso di adesione delle famiglie alla misura". La perdita ammonta in media a 1.663 euro, circa 138 euro mensili.
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L'Istat spiega che con le misure introdotte nel 2023 il rischio di povertà si è ridotto di 1,2 punti percentuali passando dal 20% al 18,8%. L'effetto sul rischio di povertà è stato positivo per 0,7 punti dalle modifiche all'assegno unico e di 0,5 punti per le misure sulla decontribuzione. Secondo l'Istituto invece l'effetto sul rischio di povertà dalle modifiche al Reddito di cittadinanza e introduzione del Supporto alla formazione lavoro è stato nullo.
"Le famiglie beneficiarie del Reddito e della pensione di cittadinanza nel 2023 - spiega l'Istat - sono poco più di un milione, il 20% in meno rispetto al 2022, e si collocano nel quinto più povero della distribuzione del reddito. La riduzione della platea è riconducibile a famiglie che, vedendo migliorare le proprie condizioni economiche, non possiedono più i requisiti di reddito e a un calo nell'adesione alla prestazione (take up). La gran parte delle famiglie che ricevono il beneficio hanno riscontrato, rispetto a quanto percepito nel 2022, una diminuzione dello stesso".