Il presidente dell'Inps spiega i motivi per cui la misura è importante, ammettendo che sull'inserimento nel mondo del lavoro va migliorata
In Italia c'è un atteggiamento molto violento, aggressivo e indifferente verso i poveri. Il Paese non è pronto ad accettare l'esistenza di un reddito minimo: il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, risponde così alle critiche, lanciate da una parte del mondo politico, contro la misura di contrasto alla poverà introdotta nel 2019 e ribadisce che questo strumento è essenziale al di là degli scarsi risultati sul fronte dell'occupazione.
"Il Paese - ha detto intervenendo a un dibattito sulla misura al Festival Bergamo Città impresa - non è pronto politicamente in termini maggioritari ad accettare l'esistenza di un reddito minimo. Non lo tolleriamo perché abbiamo preferenze sociali che non ci fanno propendere a dare 7-8 miliardi ai poveri".
Inserimento al lavoro, ecco perché ancora non funziona Tridico ha ammesso che non ha funzionato la parte sull'inserimento al lavoro, ma che questo è dovuto sia alla scarsa occupabilità di gran parte delle persone interessate al sussidio sia al fatto che i centri per l'impiego "intermediano poco o nulla" e che sui servizi pubblici per il lavoro "negli ultimi 20 anni è stato sbagliato tutto".
Su oltre tre milioni di persone interessate (in 1,3 milioni di nuclei, ndr) - ha detto - due terzi sono minori, disabili e anziani. Il 75% delle persone interessate dal Reddito non ha mai lavorato e chi lo ha fatto ha avuto poche settimane di lavoro. "Il grosso del lavoro da fare - ha spiegato - è sulla formazione di base" dato che molti dei percettori hanno solo la licenzia media o addirittura solo quella elementare.
Misura importante nella lotta alla povertà Comunque il reddito ha avuto una funzione importante nel contrasto alla povertà. "Il governo ha distribuito - ha detto Tridico - 7,2 miliardi ai primi due decimi piu' poveri della distribuzione del reddito e questo è eccezionale".
In Manovra più risorse per la misura In attesa della discussione sui cambiamenti proposti dal Comitato scientifico soprattutto a favore delle famiglie numerose fin qui penalizzate equiparando nella scala di equivalenza i minori al secondo adulto del nucleo (1 il primo, 0,4 per tutti gli altri) la manovra ha aumentato l'autorizzazione di spesa di circa un miliardo l'anno in modo da portare lo stanziamento a 8,78 miliardi l'anno fino al 2029 definendolo "congruo" anche nell'ipotesi di un parziale incremento dei nuclei beneficiari tenendo conto del "prevedibile progressivo miglioramento del contesto economico e sociale anche a seguito degli interventi complessivamente previsti dalla legge". Si tiene conto in questa previsione anche della prevista sospensione del beneficio di un mese ogni 18 mesi.
Stretta sui controlli La manovra prevede inoltre una stretta sui controlli e la presentazione della dichiarazione di immediata disponibilita' al lavoro (la Did) insieme alla richiesta del reddito di cittadinanza oltre alla riduzione da tre a due delle offerte di lavoro congrue, non accettate le quali si perde il beneficio. Si dà spazio inoltre alle agenzie private per il lavoro prevedendo il riconoscimento per l'attività di mediazione in caso di collocamento del beneficiario del reddito del 20% dell'incentivo all'impresa che lo assume.