I più giovani sono stati decisivi sul voto, tra gli over 55 solo il 37% si è opposto alla soluzione della Troika. Secondo gli analisti i pensionati sono stati più cauti perché hanno molto di più da perdere
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La vittoria del "no" in Grecia ha il volto giovane di Alexis Tsipras ma soprattutto delle migliaia di ragazze e ragazzi che hanno votato contro il piano proposto dai creditori internazionali per concedere nuovi aiuti ad Atene. Secondo gli analisti, i loro sono stati i voti determinanti per la vittoria finale: nella fascia tra i 18 ed i 25 anni quasi il 70% avrebbe appoggiato la folle scommessa di Syriza. Serve anche un po' di coraggio e incoscienza giovanile - è l'analisi - per opporsi alla Troika e lanciarsi senza alcuna rete di protezione in una trattativa con i creditori. Forse, proprio per questo stesso motivo, tra gli over 55 anni le percentuali si ribaltano: soltanto il 37% avrebbe votato contro il piano dei creditori internazionali.
Difficile per un giovane greco non immedesimarsi nella figura di Yanis Varoufakis, il dimissionario ministro delle Finanze che li ha conquistati con una condotta spregiudicata nelle trattative a Bruxelles e con il Fondo monetario internazionale.
Nell'immaginario collettivo Varoufakis ha lasciato il segno con il suo stile informale: l'arrivo in motocicletta ai vertici governativi e quelle magliette attillate, come quella indossata anche ieri per festeggiare la vittoria del referendum, che ormai "fanno moda" non solo in Grecia. Un segno di sfrontatezza davanti ai "burocrati" in giacca e cravatta di Bruxelles e Francoforte.
Un'immagine tutt'altro che rassicurante per le persone più anziane, spaventate al contrario da un possibile crollo dell'economia greca. Il "no" rappresenta un azzardo per chi vive soltanto di pensione. Al contrario, i giovani spiegano che ormai non hanno "nulla da perdere".
Sono i due volti della disperazione che, al di là della festa di ieri in piazza Syntagma, affonda le sue radici in un paese dilaniato dalla crisi e con una povertà sempre crescente. "Magari saremo in crisi per altri lunghissimi anni ma almeno saremo noi a decidere il nostro futuro", spiegano i ragazzi quando li incontri per strada e gli chiedi se hanno votato "oxi".
Non si è verificato, invece, il temuto frazionamento della Grecia in base alla provenienza geografica dei voti. Il "no" ha vinto più o meno con la stessa percentuale in tutte le città e isole. Le previsioni secondo le quali i centri di villeggiatura avrebbero votato a favore del "sì" per il timore di un tracollo del settore turistico sono state smentite.
La spaccatura - spiegano gli analisti greci - può essere vista soltanto in chiave generazionale ed economica. Le persone che hanno meno da perdere - è una delle interpretazioni - hanno deciso di rischiare ed appoggiare il governo. Anche Tsipras sembra aver capito a fondo quel che è accaduto domenica.
Non a caso, infatti, i dirigenti di Syriza, subito dopo che le tv avevano dato ormai per fatta la vittoria del "no", hanno invitato i propri sostenitori ad andare in piazza non con la bandiera del partito ma con quella della Grecia. Quella di ieri - è stato il ragionamento - è stata una vittoria di tutto il popolo e non di una parte. Tsipras vuole e chiede compattezza in vista di una battaglia che si preannuncia ancora lunga.