Sia a gennaio che a febbraio l’indice delle retribuzioni orarie si è mostrato in crescita ma ad un tasso inferiore rispetto al 2015 e al 2014
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A febbraio 2016, secondo quanto registrato dall'Istat, le retribuzioni orarie hanno riportato un aumento, più lieve rispetto a gennaio e più marcato rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Anche la media del bimestre si mostra in espansione, anche se ad un ritmo più moderato rispetto al 2015.
Nel dettaglio l'Istituto di statistica nazionale indica una crescita congiunturale (dunque mese su mese) dello 0,1% e un progresso tendenziale (quindi sul febbraio dello scorso anno) dello 0,8%, confermando l'andamento registrato nel mese precedente. Un +0,8% ha interessato quindi anche la media del primo bimestre del 2016 rispetto ai primi due mesi del 2015.
Quasi tutti i settori di attività economica hanno registrato una variazione delle retribuzioni nulla rispetto a gennaio, con l'eccezione degli alimentari, bevande e tabacco che riportano un +1%. Il confronto tendenziale mostra, invece, come sia la voce Tessili, abbigliamento e lavorazione pelli ha riportare l'incremento maggiore, +2,5%. Bene anche il legno, la carta e la stampa, +1,7%, l'energia elettrica e il gas, +1,9% e i trasporti, i servizi postali e e attività connesse, per i quali le retribuzioni hanno registrato un +1,7%.
Nel complesso i contratti attivi nel settore dell'agricoltura sono stati interessati da un aumento delle retribuzioni dell'1,7%, l'industria da un +0,7% e i servizi privati da un +1,2%. In totale il settore privato ha registrato un +0,9% rispetto al febbraio scorso, mentre la pubblica amministrazione ha riportato l'ennesima variazione nulla (sia rispetto al mese precedente che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Osservando le serie storiche che accompagnano il resoconto dell'Istat si osserva un rallentamento della crescita delle retribuzioni orarie rispetto all'intero 2015 e al 2014.
Negli scorsi due anni, infatti, le retribuzioni hanno sempre messo a segno, mese dopo mese, crescite tendenziali superiori al punto percentuale, con punte massime del +1,3% a novembre e dicembre 2015 e dell'1,4% a gennaio, febbraio e marzo del 2014.