Tra le misure adottate c'è l'obbligo specifico per il settore pubblico di ottenere una riduzione annuale del consumo energetico dell'1,9%
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Le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo sul risparmio energetico: entro il 2030 gli Stati dovranno garantire collettivamente una riduzione del consumo di almeno l'11,7% rispetto alle previsioni formulate nel 2020. Tra le altre misure adottate c'è l'obbligo specifico per il settore pubblico di ottenere una riduzione annuale del consumo energetico dell'1,9%, e gli Stati membri sono tenuti a rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà di enti pubblici.
Il target concordato è a livello Ue ed è a metà strada tra i due ipotizzati dalla Commissione europea, il 9% proposto dal pacchetto clima 2021 e il 13% del RePower Eu del 2022. L'Europarlamento chiedeva il 14,5%.
Gli Stati membri contribuiranno all'obiettivo generale Ue attraverso contributi nazionali indicativi, con flessibilità del 2,5%, stabiliti nei rispettivi piani nazionali energia e clima. Starà alla Commissione europea intervenire in caso la somma dei contributi non arrivasse all'11,7%, per redistribuire gli sforzi nazionali.
La formula con cui si calcola il contributo nazionale è basata su intensità energetica, Pil pro capite, sviluppo delle rinnovabili e potenziale di risparmio energetico. Gli Stati potranno conteggiare nel calcolo del contributo nazionale i risparmi energetici realizzati con la nuova direttiva sulla performance energetica degli edifici, e misure derivanti dal nuovo Ets (il mercato delle emissioni di Co2 in Europa, ndr) per gli edifici e i trasporti, cui è collegato un fondo per il clima da 70 miliardi.