A settembre prestiti in calo del 2,3% mentre aumentano, del 19,7% le sofferenze bancarie. Scendono i tassi d’interesse sulle abitazioni: 3,27%
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Calano i prestiti al settore privato e rimane alto, nonostante un lieve rallentamento, il tasso di crescita delle sofferenze bancarie. Questo il punto fatto dalla Banca d'Italia, che tuttavia aggiunge una nota positiva per i consumatori: il calo dei tassi d'interesse sia per l'acquisto d'immobili che per le erogazioni di credito al consumo.
A settembre i prestiti al settore privato sono scesi del 2,3%, rallentando lievemente rispetto al -2,5% del mese precedente. I prestiti alle famiglie hanno frenato leggermente la caduta segnando un -0,6% contro il -0,7% di agosto. Più netto il rallentamento registrato dal calo dei prestiti alle società non finanziarie, che a settembre sono scesi del 3,3%, mentre ad agosto la contrazione era stata del 3,8%.
Ancora in crescita, anche se leggermente più attenuata del mese precedente, la crescita delle sofferenze: i crediti difficili o impossibili da riscuotere sono aumentati del 19,7% rispetto a un anno fa, un aumento a dir poco significativo che però mostra segni di un rallentamento, seppur lieve, rispetto al mese precedente, quando l'aumento dei crediti deteriorati era stato del 20%.
Ora, il problema è che la disponibilità creditizia bancaria, quindi quanto capitale la banca possiede per l'apertura di nuovi impieghi di credito, è strettamente legata alla quantità di crediti difficili da riscuotere: se la banca non riscuote liquidi dai sui debitori insolventi viene a mancare, di conseguenza, il capitale necessario per l'apertura di nuove pratiche.
A giugno il Centro Studi Unimpresa aveva rilevato che le sofferenze legate al credito per le famiglie, quindi le rate non pagate alle banche, valevano oltre 32 miliardi di euro. Una cifra alla quale si aggiungono gli oltre 14 miliardi delle imprese familiari e gli oltre due miliardi di debito contratto da Onlus, Pubblica amministrazione, assicurazioni e istituzioni finanziarie. In tutto a giugno 2014 le rate non onorate valevano 170 miliardi di euro, di cui 121 miliardi solo dalle imprese.
L'unica buona notizia dal fronte bancario è il calo dei tassi d'interesse. In particolare Bankitalia ha segnalato che quelli per l'acquisto d'immobili (mutuo) è sceso al 3,27% dal 3,38% di agosto. In calo al 9,25% anche il costo sulle nuove operazioni di credito al consumo (ovvero quello non finalizzato a investimenti ma solo per sostenere le spese per i consumi dei privati, ad esempio i prestiti personali), rispetto al 9,34% del mese precedente. Il tasso d'interesse sui prestiti alle società non finanziarie è invece sceso di 0,37 punti percentuali, passando così dal 3,97% al 3,60% per cifre inferiori al milione di euro, e dal 2,20% a 2,43% per quelle superiori al milione.
Anche la differenza tra il tasso d'interesse sui mutui e quello sui prestiti è legato in qualche modo alla questione delle sofferenze: mentre il mutuo viene concesso unicamente per finanziare investimenti (senza la possibilità di finalizzare parte della somma ad altre spese), garantendo alla banca di rientrare della somma accreditata direttamente attraverso il bene acquistato dal debitore (ad esempio un'abitazione), il prestito non ha vincoli e per questo è più soggetto a insolvenza.