Secondo Manpower Group la combinazione di Jobs act, costo del denaro minimo e prezzo del petrolio in calo creerà opportunità di impiego
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Tgcom24 torna a raccontare come e dove si può trovare occupazione con l'approfondimento “Sos Lavoro 2015” realizzato in collaborazione con ManpowerGroup. I numeri, i consigli degli esperti, le storie di chi deve affrontare un colloquio oppure un impiego ce lo ha già.
L'anno in cui l'economia riparte, l'anno del piano Juncker, l'anno del Jobs Act, l'anno dell'Expo: nelle speranze di molti il 2015 è indicato come il momento in cui ci lasceremo alle spalle la recessione e l'occupazione potrà finalmente ripartire. Ma sarà davvero così? E soprattutto, chi è senza lavoro potrà trovare un posto nei prossimi mesi?
L'ultima indagine realizzata da Manpower Group sulle Previsioni per l'Occupazione (Meos) conferma deboli prospettive di assunzione per i mesi tra aprile e giugno. I datori di lavoro italiani interrogati sull'intenzione di assumere nell'immediato futuro dimostrano di avere ancora una propensione bassa ad ampliare il numero dei dipendenti. Solo il 6% di loro si aspetta infatti, di incrementare il proprio organico, il 10% prevede un calo nelle assunzioni, mentre secondo l'83% non vi sarà alcuna variazione. Sulla base di questi dati e a seguito degli aggiustamenti stagionali, la previsione complessiva si attesta a quota -6%.
A spiegare la situazione attuale e delineare il quadro che avremo di qui a pochi mesi è Stefano Scabbio, presidente Area Mediterraneo ManpowerGroup: "La nostra prospettiva sull'occupazione andrà a crescere nei mesi a venire, oggi è ancora tiepida, non possiamo fare valutazioni al di là di quelli che sono stati i numeri ufficiali dichiarati dall'Istat perché c'è comunque un effetto sostitutivo da un contratto all'altro nel periodo di transizione dai vecchi contratti al Jobs Act. Io credo che sarà l'economia e la ripresa dell'economia a creare nuove opportunità di lavoro e posti addizionali.
Non c'è dubbio che stiamo vivendo una situazione macroeconomica tendenzialmente favorevole che è generata da tre condizioni principali: il fatto che il costo del denaro sia quasi a zero, il fatto che il costo del petrolio sia circa metà di un anno fa, il cambio favorevole euro-dollaro che agevola realtà italiane che esportano soprattutto negli Stati Uniti.
Tre condizioni favorevoli sulle quali dobbiamo costruire una ripresa solida a cui dobbiamo aggiungere la riforma del lavoro, il Jobs Act che si completerà entro giugno, ma anche una serie di riforme che il Governo sta portando avanti, non ultima quella della scuola che è importantissima, che credo che aiutino a far si che il Paese si doti di quella modernità necessaria per tornare a essere un paese competitivo".
Ricollocazione, una speranza per i disoccupati Grande aspettativa c'è soprattutto per gli esiti che porterà l'attuazione del Jobs Act, soprattutto per strumenti totalmente nuovi da esso introdotti, come per esempio il contratto di ricollocazione (o ricollocamento). Cosa prevede questo nuovo istituto? Il lavoratore che viene licenziato riceve l'indennità di disoccupazione, la Naspi, e inizia contemporaneamente un percorso di formazione e reinserimento professionale (detto outplacement), attraverso un programma coordinato dalla sua Regione. Il disoccupato riceve quindi dall'amministrazione regionale un contributo in denaro (voucher) che potrà spendere per un percorso di formazione presso un'agenzia di lavoro privata.
Secondo Stefano Scabbio da questa innovazione potrebbero arrivare ottimi risultati: "La spinta a creare nuovi posti di lavoro deve essere determinata da una crescita dell'economia perché per decreto non si creano nuovi posti. La riforma del Jobs Act a cui stiamo assistendo crea da una parte un modello di flexicurity, cioè un modello che garantisce flessibilità all'impresa, dall'altra maggiore sicurezza al lavoratore per il contratto di ricollocazione inserito nel Jobs Act, che accompagnerà il lavoratore in un percorso di riqualificazione e di sviluppo anche nei momenti di non lavoro o di difficoltà professionale. E questo è un aspetto molto importante che prevederà anche delle reti e delle tutele proprio in questi periodi attraverso soprattutto l'opera fondamentale di operatori professionali del lavoro, come le agenzie per il lavoro, che potranno aiutare i giovani a sviluppare nuove competenze richieste dalle aziende. Le agenzie del lavoro rappresentano proprio il legame tra quelle che sono le esigenze del mercato e quello che i lavoratori imparano in termini di nuove competenze. Una sfida che ha bisogno di una densità di operatori professionali in questo mercato".
I settori che promettono più assunzioni Nei prossimi mesi sarà più facile trovare un lavoro nei settori minerario, agricolo e manifatturiero. Come fotografa il report Meos, rispetto al primo trimestre 2015, tra marzo e maggio le intenzioni di assunzione migliorano in sei dei 10 settori industriali, in particolare di 17 punti percentuali nel settore minerario ed estrattivo.
I datori di lavoro dei settori agricoltura, selvicoltura e pesca segnalano un miglioramento di 12 punti percentuali, mentre nel settore manifatturiero si prevede un aumento di 5 punti percentuali. Le prospettive di assunzione sono invece in calo in quattro settori, tra cui quello di trasporti e comunicazioni, che registraun calo di 19 punti percentuali. La previsione cala di 6 e 4 punti percentuali nel settore pubblico e sociale e nel settore ristorazione e alberghiero, rispettivamente. Più in generale saranno i comparti più innovativi a fare da traino a tutto il sistema industriale.
Spiega Stefano Scabbio: "In generale i settori in cui si svilupperanno le opportunità maggiori sono nel settore dell'innovazione. Tutte le aziende che oggi hanno un contributo innovativo importante e una vocazione all'internazionalizzazione sono le aziende che si sono riprese per prime e che stanno raccogliendo questa onda di ripresa in maniera più veloce e quindi sono le aziende che genereranno maggiore occupazione. Se siamo in grado di creare degli hub dell'innovazione, questi hanno una ricaduta in termini occupazionali importantissima non soltanto nell'ambito del proprio territorio, ma anche nell'ambito dei servizi correlati. Si crea un effetto moltiplicativo di opportunità do generare occupazione. Lo abbiamo visto negli Stati Uniti, per esempio nella Silicon Valley in particolare: realtà dove sono stati in grado di sviluppare tali centri di innovazione. È fondamentale quindi che anche da noi si investa in competenze, in competenze distintive e quindi nel talento per poter sviluppare innovazione".
In quali regioni ci saranno più opportunità? Se si guarda alla distribuzione geografica delle future assunzioni, la ripresa partirà dall'Italia Settentrionale. Rispetto al secondo trimestre 2014, la previsione per il Sud/Isole risulta migliorata di 7 punti percentuali e i datori di lavoro del Nord Est segnalano un miglioramento di 2 punti percentuali. Tuttavia, i piani di assunzione diminuiscono di 6 e 3 punti percentuali, rispettivamente, nel Centro Italia e nel Nord Ovest.
"Non c'è dubbio che le regioni che intercetteranno meglio queste opportunità sono le regioni del Centro Nord - spiega Stefano Scabbio. È colpa dello specifico tessuto industriale del nostro Paese. Purtroppo soffriamo ancora una questa diversità geografica del nostro Paese che molto spesso non viene fatta emergere dalle statistiche: per esempio parliamo di tasso di disoccupazione al 12% quando questo numero è una media. Si passa dal 6% di disoccupazione in Lombardia al 20% di disoccupazione della Campania. Si tratta quindi di differenze rilevanti. Certo un'attenzione speciale andrebbe posta alla situazione del Mezzogiorno, in particolare nell'offrire maggiori opportunità sia in termini di sviluppo industriale, sia in termini di sviluppo dei servizi, pensiamo per esempio al turismo che meriterebbe un'offerta più qualificata. La diversità è una diversità dettata dalla nostra geografia: il mercato italiano è fatto da localizzazioni differenti e ne dobbiamo tenere conto".