Secondo la Cgia di Mestre l'80,2% dei crediti insoluti delle banche è riconducibile a imprese di grandi dimensioni
Non è una novità che, ormai da tempo, le banche italiane stiano affrontando una situazione di seria difficoltà. Tra le motivazioni principali sicuramente l’ammontare di quei crediti concessi per i quali non è sicura la riscossione: le sofferenze.
Nel nostro Paese le sofferenze bancarie ammontavano a oltre 186 miliardi di euro lordi a settembre 2016, una cifra enorme che ha portato anche al credit crunch che ha messo in ginocchio molte imprese italiane, mettendo in difficoltà l’intero sistema economico: non riuscendo a recuperare una parte consistente dei crediti concessi in precedenza, le banche si sono viste costrette ad erogarne sempre meno, a discapito del tessuto imprenditoriale (solo tra il novembre del 2015 e lo stesso mese del 2016 gli impieghi alle imprese italiane sono diminuiti di 21,3 miliardi di euro).
Ma a chi è riconducibile quest’ammontare di crediti in sofferenza? Secondo un recente studio della Cgia di Mestre della gran parte delle sofferenze bancarie presenti in Italia sono responsabili le grandi imprese. In particolare la Cgia spiega che, essendo pari all’80,2% la quota di finanziamenti ottenuta dal primo 10% degli affidati (in quanto tali, si tratta per certo di imprese di grandi dimensioni, non piccoli commercianti), va da sé che l’81,1% delle sofferenze sia causato da quel primo 10% di affidati.
C’è poi un’altra analisi che entra ancor più nel dettaglio, in questo caso del Centro Studi Unimpresa su dati della Banca d’Italia. Secondo l’unione nazionale delle imprese oltre il 42% delle sofferenze bancarie è riconducibile alle imprese del mattone.
Solo le costruzioni sono infatti responsabili del 27,57% delle sofferenze (con 43,5 miliardi di euro), a cui si aggiunge il 15,17% delle attività immobiliari (23,9 miliardi). Due comparti che da soli hanno generato crediti in sofferenza per 67 miliardi di euro.
Piuttosto elevata anche la quota di sofferenze legate alle imprese manifatturiere, il 21,3% pari a 33,6 miliardi di euro, mentre risulta più esigua la quota relativa alle imprese legate in qualche modo al settore del turismo, con un 5,91% e 9,3 miliardi di euro di crediti destinati.
Tornando alle sofferenze in generale, gli ultimi dati di Bankitalia mostrano un nuovo aumento a novembre, passando dai 198,5 miliardi di ottobre ai 199,06 miliardi del mese considerato. Tuttavia, rispetto allo scorso anno si rileva una contrazione: a novembre 2015 l’ammontare delle sofferenze bancarie era di 201 miliardi di euro.