LA TERRA (E L'iTALIA) TREMANO

"Terremoto" Italia: prevenire il rischio sismico è un fatto di cultura

Mauro Dolce, direttore generale della Protezione civile, indica la strada obbligata per salvare il nostro patrimonio edilizio da un pericolo sempre in agguato. E dice che non è solo una questione di soldi

14 Mar 2015 - 16:01
 © ufficio-stampa

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Umbria 1997, terremoto di magnitudo 6.3. Abruzzo 2009, magnitudo 5.9. Emilia Romagna 2012, scossa di magnitudo 6. Tre eventi importanti hanno colpito il nostro Paese nell'ultimo ventennio, provocando decine di vittime e facendo crescere l'allarme. Il rischio sismico fa paura. E nessuna area dell'Italia può dirsi al riparo.

Edilizia, un "parco" da sistemare - Con questa situazione l'edilizia deve fare i conti in prima persona su un territorio, come quello italiano, in cui l'80% delle costruzioni risale a prima degli anni Ottanta, preistoria per quanto riguarda la tecnologia anti-sismica. Se guardiamo la realtà viviamo tutti su una polveriera. Perché l'intera penisola è, con minore o maggiore intensità a seconda della zona, a rischio scosse.

Italia, i terremoti nella storia - La fotografia è preoccupante. "Considerando numeri ed eventi, il rischio sismico nel nostro Paese negli anni è stabile - spiega Mauro Dolce, direttore generale della Protezione civile -. Periodicamente la terra trema, da Nord a Sud della penisola. Se in questo secolo i terremoti sono stati tutti in media di magnitudo 6, nel secolo scorso siamo andati ben oltre: Irpinia 1980 a quota 6.9, Avezzano 1915 a 7.0, Messina 1908 a 7.1. Tuttavia, è sicuramente aumentata l'esposizione a tali eventi. Inevitabile, perché la società attuale è molto più complessa e di conseguenza più vulnerabile: nel disastro dell'Emilia Romagna sono crollati molti capannoni industriali che fino a cento anni fa, nella società rurale, non c'erano, provocando numerose vittime e un forte impatto in termini economici. Un secolo fa non c'erano neppure tutti i palazzi che oggi riempiono le nostre città. Così la società attuale fa aumentare il rischio per come è strutturata. E fa crescere anche la percezione del rischio".

Spazio all'antisismico a MADE Expo - Ed è così che il pericolo terremoto oggi fa più paura. Infatti la fiera dell'edilizia milanese, MADE Expo, dedicherà proprio al rischio sismico e alle soluzioni possibili diversi eventi. In un territorio sempre più costruito, prevenire diventa di fondamentale importanza. "In pericolo ci sono decine di milioni di case private e un numero difficilmente quantificabile di edifici pubblici - spiega ancora Dolce -, senza contare tutti i beni monumentali storici e artistici".

Ma esistono progetti concreti? "Ci sono, ma li stiamo attuando con risorse molto limitate, Faccio un esempio. La legge 77 per la ricostruzione dell'Abruzzo prevede anche un provvedimento su scala nazionale sul tema sismico, stanziando un miliardo nell'arco di sette anni. Poco più che briciole nel mare immenso del lavoro che ci attende, ma comunque un punto di partenza su cui far leva per sensibilizzare gli amministratori e i privati e intraprendere un cammino lungo e sistematico".

Tra economia e cultura - Le tecniche per rendere antisisimici tutti gli edifici, compresi quelli esistenti, ci sono. Il problema è sempre il solito: quello economico. "Ma non solo -, continua Dolce -. E' necessario da un lato stimolare gli investimenti con aiuti finanziari, dall'altro creare una consapevolezza e una coscienza del problema. L'Italia intera è a rischio sismico. L'Italia intera avrebbe bisogno di interventi adeguati. E, se il miliardo previsto dalla legge 77 è poca cosa, è tuttavia importante per l'attenzione e la mentalità che gli interventi legati a quei fondi possono contribuire a sviluppare".

Altrettanta importanza hanno le detrazioni al 65% previste proprio per le ristrutturazione in chiave antisismica. Tutti piccoli passi che in qualche modo ci costringono a pensare alla sicurezza nelle nostre case. "L'importante è che passi il messaggio 'devi ristrutturare la tua casa? Metti un po' di attenzione anche all'ipotesi che la terra sotto i tuoi piedi, prima o poi, tremi'. E in questo senso anche gli eventi catastrofici che hanno colpito il nostro Paese in tempi recenti, dall'Umbria all'Emilia Romagna, nella loro tragicità, aiutano", puntualizza Dolce.

Già, perché il caso Emilia, zona che fino al 2012 era considerata a bassa pericolosità sismica, ci ha messo tutti in allarme. A rischio non sono solo le classiche "zone rosse", dalla dorsale appenninica, alla Sicilia orientale, dall'estremo nord-est alla Campania e alla Basilicata, ma l'intero territorio nazionale. Tuttavia questo pericolo si può affrontare e neutralizzare. Nei limiti del possibile e del ragionevole.

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