Ritorna la fiducia nel mattone

Compravendite immobiliari in risalita nel 2014

Nel 2014 il mercato immobiliare ha invertito la tendenza ricominciando a crescere dopo tre anni consecutivi di calo. Le compravendite, ancora indietro rispetto al 2007, sono però ancora ai livelli degli anni ’80.

14 Dic 2015 - 17:47

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Il mercato immobiliare italiano è in ripresa. I prezzi delle case continuano a essere ancora molto bassi rispetto a qualche anno fa ma, seppur a macchia di leopardo, una leggera risalita del valore a metro quadro s'inizia a vedere. Ed è proprio il crollo del prezzo degli immobili, insieme ai bassi tassi d'interesse sui mutui, che sta spingendo positivamente la risalita del mercato, convincendo molti a reinvestire nel mattone. Insomma, molti ritengono difficile una nuova compressione dei prezzi delle case e che da questi livelli non si può che risalire. Comprare adesso, quindi, può essere un investimento particolarmente conveniente. E' chiaro però che la strada da fare per tornare ai livelli pre-crisi sarà molta, soprattutto in presenza di fattori come l'elevato tasso di disoccupazione.

Compravendite immobiliari in risalita nel 2014

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Moody's conferma la ripresa
Come evidenzia l'agenzia di rating Moody's, che recentemente ha confermato la ripresa in Italia del settore, nel 2015 il nostro Paese ha assistito a una crescita notevole delle richieste di mutui (+42,5%, tra le quali bisogna però contare anche le surroghe), mentre i prezzi sono scesi del 19% rispetto al 2008, rendendo così più accessibile per gli italiani l'acquisto di un immobile. Era, infatti, dal 2007 che le compravendite di immobili ad uso residenziale non mettevano a segno un segno più – a parte una breve parentesi nel 2010 sul 2009 – tanto da essersi più che dimezzate in termini di volumi. Osservando le tabelle contenute nel Rapporto Immobiliare 2015 dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate si nota infatti come il numero delle compravendite nel 2014 si sia attestato a livelli simili a quelli registrati nei primi anni '80, se non al di sotto.

La frenata del 2006
Andiamo con ordine. Nel 2006 in Italia si è registrata una brusca frenata del mercato immobiliare rispetto al periodo di forte espansione registrato tra il 1992 ed il 2005. Un declino legato sia ad un peggioramento dell'attività produttiva che ad un calo costante della domanda di immobili. Di conseguenza, anche a causa degli effetti della crisi economica sul reddito disponibile delle famiglie italiane e alla stretta al credito da parte delle banche, ha cominciato a scendere il numero delle transazioni (appunto le compravendite) e infine sono scesi i prezzi. Una condizione, quest'ultima, che oggi – insieme alla lenta ripresa del Paese, all'allentamento del credit crunch e alla maggior fiducia dei consumatori italiani – sta facendo ripartire il settore.

Per Nomisma + 6% le compravendite nel 2015
Stando alle tavole del Rapporto, infatti, nel 2014 le compravendite di unità immobiliari sono cresciute del 3,5%. Certo, bisogna sottolineare che si tratta di una crescita, come sottolinea l'agenzia delle entrate, “drogata” in parte dall'entrata in vigore a inizio 2014 “del nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale applicabile agli atti di trasferimento a titolo oneroso di diritti reali immobiliari”. Una disciplina più vantaggiosa che potrebbe aver portato gli acquirenti a spostare la stipula degli atti vendita dalla fine del 2013 all'inizio del 2014. Una ricostruzione dell'Agenzia delle Entrate stima che, al netto dell'effetto fiscale (quindi annullato l'effetto dello spostamento della stipula degli atti), la variazione anno su anno sarebbe stata di appena 0,7 punti percentuali. Anche l'Osservatorio Immobiliare di Nomisma conferma la lenta risalita del settore: secondo la società di studi economici le compravendite cresceranno del 6% nel corso del 2015, portandosi a 442 mila. Dal 2016 la dinamica, almeno stando alle stime, dovrebbe rafforzarsi ulteriormente, mettendo a segno un +8,1% e un +6,1% l'anno successivo. Per il 2018 si attende invece un ridimensionamento al +3%.

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