Il presidente Antonio Patuelli spiega che però i valori attuali con l'euro sono "infimi" rispetto a quando c'era la lira
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"Questo spread che sta crescendo è preoccupante per la Repubblica italiana perché in precedenza viaggiava in una direzione di maggiore benessere per tutti e lo spread è una tassa che l'Italia paga sui mercati internazionali". Lo afferma il presidente Abi Antonio Patuelli, mentre il differenziale tra Btp e Bund tedesco torna a correre, sottolineando che "più lo spread cresce più si impoverisce l'Italia e più cresce lo spread e più si complica la vita alle banche" con riflessi sui loro indicatori patrimoniali.
"Ma con la lira era peggio" - Lo spread Btp-Bund continua ad aumentare in maniera preoccupante ma i valori attuali con l'euro sono "infimi" rispetto a quando c'era la lira. Secondo Patuelli, "ci stiamo spaventando da qualche settimana per una crescita dello spread oltre 200 punti base, perché' eravamo abituati a stare sui 100. Ma questi sono i dati dei tassi con l'euro: possono essere elevati, ma sono sempre nell'infimo rispetto alla lira". "Piu' è debole la moneta e più è debole l'economia", ha sottolineato Patuelli al congresso nazionale dell'Acri, "e noi come Italia abbiamo una storia debole per la moneta. L'Europa ha le sue colpe, ma non tutte le colpe sono dell'Europa".
"Il Qe è stato una benedizione per l'Italia" - "Lo spread deve fare riflettere tutti noi italiani, il Qe di Draghi è stata una benedizione per l'Italia che ha pagati tassi infimi sulle emissioni di debito pubblico per famiglie e imprese che hanno potuto pagare tassi bassissimi su investimenti, ma non può durare in eterno". Lo afferma il presidente Abi secondo cui "in questi anni di tassi bassi il debito pubblico in assoluto invece che calare è continuato a crescere da oltre 40 anni, qualsiasi sia la legislatura. È un'occasione che gli italiani si pentiranno di aver perso". Patuelli ha quindi ricordato che "c'e' una forte correlazione fra debito tassi e monete".