Riviste le stime di crescita del PIl per il 2018: dal +2,1% al +2,5%. Il tasso di disoccupazione potrebbe scendere sotto il 4%
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Nel corso della penultima riunione alla guida della Federal Reserve, la presidente della banca centrale americana, Janet Yellen, ha confermato le attese, alzando i tassi per la terza volta nel corso del 2017, all’1,25-1,50%.
Una decisione, spiega la Fed, legata ai "progressi realizzati e attesi sia sul fronte del mercato del lavoro che su quello dell’inflazione”. "Le informazioni ricevute dall'ultima riunione di novembre - si legge nel comunicato della Banca centrale - indicano che il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi e l'attività economica è cresciuta a una velocità solida. Le spese delle famiglie sono cresciute a un tasso moderato”.
Secondo le stime diffuse nel corso della conferenza stampa, il Pil dovrebbe registrare una crescita del 2,5% nel 2018 (le previsioni di settembre indicavano un +2,1%), e un aumento compreso tra il +1,9% ed il +2,3% al termine dell’anno a seguire (contro la forbice +1,7-2,1% avanzata due mesi fa).
In miglioramento anche le stime sul tasso di disoccupazione che dovrebbe scendere al 3,7-4% nel 2018, dal 4-4,2% ipotizzato a settembre, mentre "l’inflazione - si legge - dovrebbe restare sotto il 2% nel breve termine ma stabilizzarsi intorno all'obiettivo della Fed nel medio termine. La politica monetaria resta accomodante e sostiene il mercato del lavoro e il ritorno dell'inflazione al 2%. Ci attendiamo che le condizioni economiche si evolvano in modo da garantire aumenti dei tassi di interesse graduali".