Stellantis, quanto producono gli stabilimenti italiani
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L'amministratore delegato dell'azienda automobilistica attacca il governo che "dovrebbe fare di più per proteggere i posti di lavoro"
Sono ancora accesi i toni tra Stellantis e il governo dopo l'atteso piano di incentivi alla domanda di auto elettriche. L'amministratore delegato Carlos Tavares attacca dopo le polemiche dei giorni scorsi. "L'Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese - ha detto a "Bloomberg" -. Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilita' per il fatto che se non si danno sussidi per l'acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l'Italia".
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Dichiarazioni che colgono di sorpresa il governo la cui replica arriva per bocca del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Se Tavares o altri ritengono che l'Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all'interno dell'azionariato di Stellantis, ce lo chiedano", afferma il ministro dopo il tavolo automotive convocato per illustrare il nuovo piano di incentivi da 950 milioni di euro.
Se anche il governo in realtà non avrebbe alcuna intenzione di entrare davvero nell'azionariato di Stellantis, l'ipotesi piace alla segretaria del Pd Elly Schlein. "Tavares ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell'ad di Stellantis. Si prenda sul serio l'ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese". Sulla stessa lina anche il leader del M5S Giuseppe Conte che chiede al ministro Urso di "non fare solo chiacchiere e di trattare l'ingresso dello Stato in Stellantis".
Chi invece ha preso con preoccupazione le parole di Tavares, che indica in Mirafiori e Pomigliano gli stabilimenti italiani più a rischio, sono i sindacati. "Non si possono dare soldi pubblici senza garanzie: ora risposte al Paese - dice il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma -. Chiediamo alla presidente del Consiglio un incontro urgente con l'amministratore delegato e le organizzazioni sindacali per garantire la produzione e l'occupazione nel nostro Paese". Preoccupato, soprattutto per la situazione del Mezzogiorno, anche per il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati.
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Il ministro Urso ha spiegato che il 2024 sarà un anno sperimentale per gli incentivi: si dovra' verificare il funzionamento ed eventualmente procedere con una loro revisione. Se l'obiettivo dell'aumento della produzione di auto nel nostro Paese non verrà raggiunto - ha affermato il ministro - dal prossimo anno le risorse del fondo automotive saranno indirizzate non più a incentivare i consumi, ma a sviluppare nuovi investimenti produttivi nel nostro Paese, anche di riconversione produttiva, e una seconda casa automobilistica in Italia".