Fiom e Cgil: "Non c’è più tempo, il governo deve incalzare Tavares per aprire una trattativa con le organizzazioni sindacali"
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Stellantis ha annunciato ai delegati sindacali che l'attività produttiva della carrozzeria di Mirafiori sarà sospesa per tutto maggio. "Uno pensa di aver raschiato il fondo del barile e invece non c'è mai fine al peggio. Questo stop di un intero mese è l'ennesimo schiaffone alle lavoratrici, ai lavoratori e alla città di Torino, con inevitabili ricadute sull'indotto", ha commentato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino. "È la dimostrazione - ha aggiunto - che un unico modello per Mirafiori non basta e che i reparti di corollario, come il riciclo dei componenti del motore, i cambi ibridi e il test delle batterie non sono determinanti".
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Per Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, e Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom Cgil, questa "è la dimostrazione che un unico modello per Mirafiori non basta, è troppo poco, serve una diversificazione di modelli e gamme in modo tale che, se uno non tira, è compensato da un altro che va meglio. Inoltre, questa chiusura rende evidente che i reparti di corollario, come il riciclo dei componenti del motore, i cambi ibridi e il testaggio delle batterie non sono determinanti al rilancio di Mirafiori e alla cessazione degli ammortizzatori sociali. Non c’è più tempo, il governo deve incalzare Tavares per aprire una trattativa con le organizzazioni sindacali".
Non c'è pace per Mirafiori: la cassa integrazione, che va avanti dall'inizio del 2024, durerà fino a settembre, quindi a partire da oggi e fino al 4 agosto, quando lo stabilimento torinese chiuderà per le ferie estive. I sindacati, infatti, avevano annunciato di aver accettato l'offerta di cassa integrazione per i 1.174 lavoratori sulla linea della Fiat 500 elettrica e per i 986 delle linee della Maserati. Di fatto, la decisione ferma la produzione dell’impianto di Stellantis fino alla fine dell’estate, dopo una forte riduzione già patita negli ultimi mesi. Il contratto di solidarietà prevede una riduzione sia dell’orario di lavoro che dello stipendio. “Una perdita di 4-500 euro al mese”, dicono i lavoratori.