L'eventuale misura straordinaria di regolarizzazione riguarderebbe chi ha un'immediata disponibilità di un contratto di lavoro. Si stima una platea di circa 300mila persone
© Ansa
E' all'esame del governo una nuova sanatoria, sulla falsariga di quella del 2012, per regolarizzare gli stranieri presenti in Italia che abbiano un'immediata disponibilità di un contratto di lavoro. In gioco ci sarebbero 1,2 miliardi di euro. Ipotizzando l'emersione di 300mila irregolari, infatti, lo Stato potrebbe incassare 405 milioni di Irpef attualmente non versata e 804 milioni di contributi previdenziali e assistenziali.
La crescita degli irregolari Solo nel lavoro domestico, riporta Il Sole 24 Ore, si stima che in Italia siano circa 200mila i cittadini non comunitari senza permesso di soggiorno. Se poi aggiungiamo che la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) ha quantificato in 562mila gli stranieri presenti nel nostro Paese senza averne formalmente diritto e consideriamo l'ulteriore crescita del fenomeno attesa per il 2020-2021, arriviamo alla stima di 600mila irregolari elaborata dalla Fondazione Leone Moressa. Di questi 300mila potrebbero avere i requisti per beneficiare della santoria.
L'idea allo studio del governo Il dibattito su un'eventuale nuova sanatoria si è riacceso dopo l'apertura auspicata dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, in risposta a un'interrogazione del deputato di +Europa Riccardo Magi. L'idea allo studio è di prevedere, alla stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.
L'impatto economico L'eventuale provvedimento straordinario di regolarizzazione potrebbe portare nelle casse dello Stato nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali. Peraltro il vantaggio economico potrebbe aumentare nel lungo periodo, considerando che i lavoratori stranieri, una volta regolarizzati, potrebbero restare contribuenti attivi per diversi anni. Secondo l'Inps, cinque anni dopo la sanatoria del 2002, l'80% dei lavoratori emersi risulta ancora regolarmente occupato.