La proposta di obbligare i proprietari alla riqualificazione, all'esame della Commisione Ue, sta facendo discutere: secco "No" da Confedilizia e Unione nazionale consumatori
Dopo il 2030, per poter vendere una casa, il proprietario potrebbe essere obbligato a renderla ecosostenibile attraverso interventi di riqualificazione energetica. E' una delle proposte allo studio della Commissione europea che, il 14 dicembre, presenterà un nuovo pacchetto di misure per ridurre le emissioni. Ma l'idea di impedire la vendita se l'immobile non è stato riqualificato sta facendo discutere.
Secondo quanto confermato da fonti di Bruxelles, la Commissione vuole aggiornare la direttiva Ue del 2018 con obiettivi più ambiziosi per le case nuove, che dal 2030 dovrebbero essere a zero emissioni. Per gli edifici vecchi la portata del rinnovo obbligatorio della classe energetica dovrà invece essere "proporzionata e fattibile" rispetto alla classe di partenza dell'immobile, e i costi dell'intervento dovrebbero entrare nel contratto di vendita. Dal campo di applicazione della nuova norma saranno esclusi gli edifici storici.
Decisamente contraria all'iniziativa della Commissione Ue si dice però Confedilizia, dalla quale arriva un secco "No" all'ipotesi di legare la vendita degli immobili a determinati standard energetici, "una misura che lederebbe i diritti dei proprietari" sottolinea in una nota il presidente dell'organizzazione Giorgio Spaziani Testa. Altrettanto netta l'opposizione giunta dall'Unione nazionale consumatori: "Al di là del fatto che non si capisce e non sappiamo quello che vuole fare la Commissione Ue, sia chiaro fin da ora che faremo le barricate contro qualunque norma che impedisca la libera vendita di una casa solo perché ha una bassa classe energetica" ha detto Massimiliano Dona, presidente dell'Unione.