Secondo i dati della CGIA di Mestre il calo non si registrava da vent'anni. In crescita, invece, servizi telefonici, pedaggi, acqua e servizi postali
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Scendono le tariffe pubbliche, in particolare quelle che pesano di più sui bilanci delle famiglie. Per la CGIA di Mestre quella del gas è scesa del 3,7%, la Tari del 3,3%, l'energia dell'1,3% e i treni dello 0,5%. In controtendenza i servizi telefonici (+0,1%), le autostrade (+1,1%), i taxi (1,2%), i trasporti urbani (2,9%) e l'acqua potabile (9,3%) "Da 20 anni - dice il coordinatore Paolo Zabeo - mai come nel 2015 si è verificato un calo simile".
"A nostro avviso le ragioni di questo trend sono riconducibili alla riduzione dei prezzi dei prodotti petroliferi avvenuti nell'ultimo anno e alla dinamica dell'inflazione, che per il 2015 dovrebbe risultare prossima allo zero per cento", prosegue Zabeo.
Quanto alla Tari, invece, il calo è così spiegato: "E' presumibile che quest'anno molti sindaci abbiano calibrato meglio le tariffe, cercando di ridurle per le fasce di popolazione più deboli e venendo incontro alle sacrosante rimostranze sollevate dalle famiglie che in più di una occasione hanno chiesto una riduzione del costo del servizio commisurandolo all'effettiva quantità di rifiuti prodotta".
Il confronto con l'Europa - Nonostante il calo, le tariffe di luce e gas applicate in Italia sono tra le più elevate dei Paesi che utilizzano la moneta unica. Per quanto riguarda l'energia elettrica, solo la Germania (295,1 euro ogni mille Kw/h) presenta un costo più elevato del nostro, pari a 245 euro). La media dell'Eurozona si attesta a 218 euro. I confronti elaborati dall'Eurostat sono riferiti alla classe media di consumi domestici annui compresi tra 2.500 e 5mila Kw/h, tasse incluse.
Anche nel caso del gas, il nostro Paese si piazza al secondo posto. Nell'area dell'euro il prezzo più elevato viene applicato in Portogallo: 97 euro ogni mille Kw/h. In Italia, invece, la tariffa ammonta a 76,6 euro, contro una media europea di 70,8 euro.
"Nonostante le liberalizzazioni avvenute in questi ultimi 15 anni – conclude Zabeo – l'aumento della componente fiscale presente nelle tariffe energetiche ha frenato la riduzione del costo per le famiglie italiane. Insomma, nonostante una maggiore concorrenza, i vantaggi economici per gli utenti sono stati abbastanza modesti".