Diminuiscono i prestiti a famiglie e imprese. Aziende prudenti sul trend economico, accumulano risorse nei depositi bancari, oltre i 500 miliardi di euro
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Salgono ancora i tassi medi sui nuovi mutui. Secondo il rapporto mensile Abi, a ottobre sono arrivati al 4,37% contro il 4,21% di settembre. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,45% (a settembre era il 5,35%) mentre quello sul totale dei prestiti è stato del 4,70% (a settembre era 4,61%).
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L'Associazione bancaria italiana sottolinea poi che la crescita economia rallenta deprimendo la domanda di prestiti, che restano comunque superiori ai livelli pre-Covid. A ottobre 2023 i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 3,6% rispetto a un anno prima ma "non c'è una stretta creditizia" perché gli impieghi, al netto delle cartolarizzazioni, "sono superiori ai livelli pre-Covid di settembre 2019". Il vice direttore generale Gianfranco Torriero spiega inoltre che "anche la Banca d'Italia segnala come le imprese stiano rivedendo i piani di investimenti, vista la politica monetaria della Bce e le prospettive dell'economia".
Secondo i dati di settembre 2023 i prestiti alle imprese non finanziarie sono scesi del 6,7% (erano diminuiti del 6,2% il mese prima). Sceso anche il totale dei prestiti alle famiglie (-0,9%, -0,6% il mese prima), mentre la dinamica dei finanziamenti alle famiglie risulta in rallentamento rispetto al mese precedente per la componente dei prestiti per l'acquisto di abitazioni (+0,5% dopo +0,8%) e in lieve aumento per il credito al consumo (+3,6% rispetto a +3,5%).
Sul fronte della raccolta, continua invece la crescita di quella a lungo termine, maggiormente remunerata, e il calo di quella a breve. Nel complesso la discesa è del 2,5%, con i depositi a -4,6% (-3,5% nel mese precedente). La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto a un anno prima (+15,8%), sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente (+16,3%). L'ammontare delle obbligazioni è risultato pari a 239 miliardi di euro.
Secondo l'Abi inoltre aumentano leggermente i tassi sui conti correnti delle banche, cresciuti allo 0,51% rispetto allo 0,47% di settembre. Il rapporto mensile certifica che il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè i certificati di deposito e i depositi vincolati) a ottobre 2023 è del 3,57%. A settembre 2023 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell'area dell'euro (Italia al 3,56%, area euro a 3,42%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (era l'ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), l'incremento risulta di 328 punti base.
Quanto al rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso a ottobre 2023, è del 4,47%, con un incremento di 316 punti base rispetto a giugno 2022, quando era dell'1,31%. A ottobre 2023 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti) è aumentato allo 0,92% dopo lo 0,86% di settembre (era dello 0,32% a giugno 2022).
Ancora sulle imprese, l'Abi dice che sono caute sull'andamento dell'economia e che "stanno accumulando risorse nei depositi bancari" che hanno superato i 500 miliardi di euro, il valore massimo del 2023. Si tratta, spiega Torriero, di un comportamento che è frutto anche delle scelte di politica monetaria della Bce, che influiscono inoltre sul calo dei prestiti. A gennaio 2023 i depositi delle aziende erano di 461 miliardi.