Il presidente dell'Ance, Gabriele Buia: "E' a rischio l'immagine dello Stato. Non si può che ogni volta, a ogni cambio di governo, si veda e si riveda l`opera"
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"Per noi Tav sì, assolutamente sì. Non si può che ogni volta, a ogni cambio di governo, si veda e si riveda l'opera". Lo ha affermato il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, Gabriele Buia. "Abbiamo preso accordi internazionali che vanno onorati, con Francia e Ue. Ci sono due miliardi da pagare come penale per la mancata realizzazione e non arriverebbero più in Italia i 3 miliardi e 800 milioni già stanziati dalla Ue", ha precisato.
In un'intervista rilasciata a La Stampa, Buia ha sottolineato che non si tratta di "un discorso corporativo di noi costruttori. Abbiamo lottato perché il corridoio 5 non passasse in Svizzera, più a Nord. Se non la si fa si mette a repentaglio anche l'immagine dello Stato. Chi vorrà mai più venire in Italia a investire?".
Penali e risarcimento - Sulla possibilità di richieste di risarcimento o di azioni legali, il presidente dell'Anci ha precisato: "Io non so come sia la situazione contrattuale. Se ci fossero dei contratti interrotti, sì. I lotti in Italia mi risultano finiti. Diverso è il discorso risarcimento, che l'Italia dovrebbe pagare alla Francia e all'Europa. Ci sono i due miliardi da pagare come penale per la mancata realizzazione e soprattutto non arriverebbero più in Italia i 3 miliardi e 800 milioni già stanziati dalla Ue per le infrastrutture in Italia. Non dimentichiamoci che ci sono anche 50mila posti di lavoro".
"Investimento sulle infrastrutture è un intervento sociale" - "Non entro nel merito dell'analisi costi-benefici fatta dal governo - ha aggiunto Buia -. Ma se negli anni Sessanta ci fossimo basati solo su questa analisi, non avremmo mai fatto l'Autostrada del Sole e senza quella oggi saremmo un Paese morto. L'investimento infrastrutturale è prima di tutto un intervento sociale. Le infrastrutture sono alla base della crescita di qualsiasi Nazione".
Le altre opere da portare a compimento - Secondo Buia, le altre opere importanti da portare a termine in Italia sono "la Gronda di Genova, tanto più necessaria dopo il crollo del Ponte Morandi, l'Alta Velocità Brescia-Padova di cui se ne parla addirittura dal 1991 e la messa in sicurezza della A24 dei Parchi".
La messa in sicurezza delle infrastrutture - Ed è proprio la messa in sicurezza delle infrastrutture un altro punto dolente che ha sottolineato Buia: "L'Italia ha bisogno di un piano, il dissesto idrogeologico in cui versa il nostro Paese provoca, come ben sappiamo, anche delle vittime".