I dati sulle piccole imprese

Cna: il Tax Free Day 2022 delle Pmi è arrivato prima, è stato il 10 luglio

L'anno scorso anticipata di un mese la data in calendario a partire dalla quale i profitti si possono ritenere idealmente prodotti per sé da una piccola impresa italiana. La Confederazione: "Tra il 2005 e il 2022 la pressione fiscale in Italia è cresciuta fino al 43,5%". Ad Agrigento le società più penalizzate

27 Apr 2023 - 16:58

La data entro la quale la piccola impresa ha dovuto lavorare per pagare le tasse nel 2022 è stata il 10 luglio. Lo riferisce un rapporto dell’osservatorio della Cna sulla tassazione delle Pmi, intitolato “Comune che vai fisco che trovi". Il rapporto accende un faro anche sull'aumento della pressione fiscale che nel nostro Paese è salita fino al 43,5% lo scorso anno. Ad Agrigento, infine, le imprese più penalizzate.

Il balzo di un mese rispetto al 2021

 Se dal 2019 al 2021 la piccola impresa doveva lavorare per pagare le tasse, mediamente fino al 7 agosto, con una differenza di soli due giorni rispetto al Tax Free Day del 9 agosto 2019, nel 2022 non è stato così. Il giorno della liberazione fiscale è infatti scattato il 9 luglio. “Per effetto della totale deducibilità dell'Imu dal reddito d'impresa, con l'abolizione dell'Irap per le persone fisiche esercenti attività d'impresa nonché con la mini riforma Irpef, si è verificato un balzo del Tax Free Day di ben 28 giorni dall'ultima data del 7 agosto relativa al 2021 e di 30 giorni dalla data del 9 agosto inizialmente registrata nel 2019. Dunque un mese di lavoro in meno per assolvere all'onere tributario". 

Nel 2022 pressione fiscale record

 Tra il 2005 e il 2022, rileva l'Osservatorio, la pressione fiscale in Italia è cresciuta fino a raggiungere il 43,5% lo scorso anno. Una lieve flessione si è verificata solo tra il 2016 e il 2018 (42,1%). Il dato della pressione fiscale nazionale tuttavia non è rappresentativo del carico fiscale che grava sui redditi delle piccole imprese, avverte la Cna. Il rapporto sottolinea che in Italia non esiste un'unica pressione fiscale, ma tante pressioni che variano a seconda della natura del soggetto che realizza il reddito (persone fisiche, società di persone o di capitali). A pesare, è anche la natura del reddito stesso (lavoro dipendente, lavoro autonomo o d'impresa). A seguito della spinta verso un federalismo fiscale più marcato, avvenuta tra il 2009 e il 2014, la pressione fiscale varia molto anche sulla base della localizzazione dell'attività produttiva.

Le differenze sul territorio

 Una piccola impresa di Agrigento ha bisogno di lavorare oltre un mese in più per far fronte al carico fiscale rispetto a una di Bolzano, nel 2022 con il 30 luglio come tax free rate e una pressione fiscale del 58%. Nel capoluogo altoatesino, la data di liberazione fiscale è il 18 giugno e il carico fiscale al 46,7%. In vetta alla classifica dei capoluoghi di provincia con un regime più rilassato ci sono anche, in seconda posizione, Trento con il 47,9% e Gorizia con il 48,5%. Fanalino di coda invece, oltre ad Agrigento, Vercelli con il 57,1% e Biella con il 56,9%. Tra le principali città, Roma è in 83esima posizione con il 53,4% e Milano 24esima con il 51,3%.

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