Il no dei sindacati alla proposta del premier di mettere una parte del Trattamento di fine rapporto in busta paga. Il segretario della Cgil: "Non vogliamo che in questo modo i lavoratori paghino più tasse anche su quello"
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"Nessuno dica che si stanno aumentando i salari dei lavoratori: quelli sono soldi dei lavoratori, non una elargizione di nessun governo e non è un nuovo bonus se no, davvero, siamo alla disinformazione". Lo ha detto, Susanna Camusso (Cgil). Critica anche Anna Maria Furlan della Cisl: "Il Tfr è meno tassato dello stipendio e non vogliamo che in questo modo i lavoratori paghino più tasse anche su quello".
Dopodiché, ha proseguito a margine dell'ottavo anniversario del monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa a Conselice, "abbiamo posto dei problemi di valutazione e vogliamo capire tre cose molto precise". La prima, ha sottolineato, è se l'inserimento del tfr in busta paga "diventa un aumento della tassazione per i lavoratori o se si mantengono i regimi differenziati di tassazione; la seconda è se il lavoratore vuole investirlo nella previdenza come fa? La terza - ha concluso Camusso - è che il lavoratore sia libero di decidere".
Angeletti: "No al Tfr, tagliare le tasse sul lavoro" - "Bisogna continuare a ridurre le tasse sul lavoro". Così il leader della Uil, Luigi Angeletti, intervenendo al 5° Congresso nazionale della Uilca, in merito alla proposta del premier Matteo Renzi di anticipare parte del Tfr in busta paga: "capisco l'intenzione di dire che bisogna avere più soldi in tasca ma non è questa la strada giusta". "Abbiamo qualche sfumatura diversa ma il buon senso ci dice di aspettare e vedere cosa esce realmente, visto che credo che si tratti soltanto di un colpo politico", spiega.