Lo scorso anno negli scali italiani sono transitati 150,4 milioni di passeggeri: il 4,7% in più rispetto al 2013
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Quella degli Aeroporti di Roma è una stima che, se confermata, ribadirebbe ulteriormente la crescita del traffico passeggeri. Secondo l'Enac, infatti, nel corso del 2014 le compagnie aeree tradizionali e low cost hanno trasportato un numero superiore di passeggeri rispetto all'anno precedente.
In occasione delle festività pasquali, infatti, transiteranno negli scali di Fiumicino e Ciampino oltre 900 mila passeggeri: il 6% in più rispetto alla Pasqua del 2014. Ma al di là di quanto accadrà nel corso delle festività pasquali, le cose dovrebbero andare molto bene anche nei prossimi mesi. Per quanto riguarda la stagione estiva (fine marzo - fine ottobre), infatti, l'Adr prevede un aumento di oltre il 6% in termini di posti offerti dal quale si può stimare un incremento di 1,4 milioni di passeggeri rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La crescita del numero dei passeggeri, registrata nel corso del 2014, dovrebbe trovare così un'ulteriore conferma. Durante lo scorso anno, infatti e secondo quanto riferito dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), negli scali italiani sono transitati 150,4 milioni di passeggeri: il 4,7% in più rispetto al 2013.
Gli italiani non hanno rinunciato a viaggiare servendosi di un aereo, possibilmente low-cost. Il primo posto della graduatoria totale di collegamenti nazionali e internazionali, stilata dall'Enac, è occupato dalla compagnia irlandese Ryanair, che - insieme ad Easyjet, terza in classifica - ha contribuito a trasportare in Italia e fuori l'Italia circa 40 milioni di passeggeri. Un numero di clienti di gran lunga superiore, ad esempio, a quello del duo Alitalia-Lufthansa (oltre 27 milioni), con la compagnia italiana che si è confermata primo vettore per i collegamenti nazionali.
Nonostante ciò il 54% del traffico aereo complessivo (voli nazionali più internazionali) rimane riconducibile ai vettori tradizionali, che, nonostante un calo del 4,8% rispetto allo scorso anno, mantengono un piccolo margine di vantaggio su quelli low cost. Quest'ultimi, seppure in crescita del 18,8% su base annua, si fermano al 45,8%.
Ma l'Italia non rappresenta un'eccezione. Il traffico passeggeri è destinato a crescere a livello mondiale: il 7% in più su base annua, secondo una stima dell'International Air Transport Association (Iata), l'associazione che raccoglie circa 250 compagnie aeree e a cui è possibile ricondurre l'84% del traffico aereo mondiale. Una performance ben al di sopra del trend di crescita degli ultimi venti anni pari al 5,5%, osserva la Iata. Secondo cui, complice anche il crollo del prezzo del petrolio, i vettori affronteranno una spesa per il carburante inferiore.
Nel 2015 la Iata, ipotizzando il costo del greggio pari a 85 dollari al barile, prevede una spesa complessiva di 192 miliardi di dollari (circa il 26,1% dei costi operativi) contro i 204 del 2014 e i 208 miliardi del 2013. Tuttavia il costo dei biglietti, applicato dai vettori tradizionali, sembra non risentirne.
Chi deciderà di imbarcarsi su di un aereo, infatti, in molti casi continuerà a pagare un biglietto comprensivo della sopratassa carburante (fuel surcharge), adottata una decina di anni fa da alcune compagnie alle prese con il prezzo del petrolio in ascesa. Poche sono le società che hanno deciso di abbassarla, adeguandola all'attuale costo del petrolio. Come mai? Uno dei motivi, osservano alcuni analisti, è riconducibile alla modalità di rifornimento delle compagnie aree. Quest'ultime acquistano il combustile in anticipo per evitare di rimanere senza.