Il ministro dell'Economia spiega come questo sia il risultato "di una politica di bilancio che ha permesso di portare avanti i programmi voluti dalle forze politiche, ma mantenendo i saldi di bilancio sotto controllo"
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"Disinnescare l'aumento dell'Iva è possibile". Così un Giovanni Tria decisamente rassicurante che, parlando dei conti dell'Italia, sottolinea inoltre come il "deficit sia in calo". "Ci sono margini di manovra - prosegue il ministro dell'Economia -. Anche a leggi vigenti, senza altre misure, il deficit per il 2020 sarebbe sostanzialmente inferiore al 2,1 % del Pil previsto nel Def di aprile. Siamo molto sotto quel livello".
Questo, prosegue Tria in un'intervista a il "Corriere della Sera" "è il risultato di una politica di bilancio che ha permesso di portare avanti i programmi voluti dalle forze politiche, ma mantenendo i saldi di bilancio sotto controllo".
"Deficit inferiore alle attese, risparmi per 7-8 miliardi" - Tria spiega quindi come il deficit sia minore sia per un risparmio sulle due misure bandiera del governo gialloverde (quota 100 e reddito di cittadinanza "costate" meno del previsto) sia "per le maggiori entrate attese e i minori interessi sul debito. Si oscilla tra i sei e gli otto miliardi. Dipende da noi, se sapremo conservare la calma sui mercati e quindi uno spread fra titoli italiani e tedeschi sui livelli attuali o poco più bassi".
"Lavoriamo a una riforma fiscale per ridurre la pressione sui redditi medio-bassi" - Nonostante i "risparmi" per evitare che scattino le clausole di salvaguardia, e quindi gli aumenti dell'Iva, sarà necessario reperire circa 15 miliardi, anche se il ministro si auspica che si riesca a metterne a bilancio ancora di più, in modo da "finanziare la prima fase di una riforma fiscale. Certo non è facile, ma da tempo ci lavoriamo. Da una parte, rivedendo tutte le poste per capire dove sia possibile ridurre la spesa corrente. L'obiettivo non è solo evitare gli aumenti dell'Iva, ma una riduzione fiscale in direzione della cosiddetta flat tax. Altri parlano di cuneo fiscale, ma in fondo è qualcosa di molto simile: è ridurre la pressione fiscale sui redditi medio-bassi, soprattutto salari da lavoro dipendente".
"Troppa drammatizzazione, in passato manovre anche più pesanti" - Tria infine punta a rassicurare gli italiani: "Molte misure in Italia subiscono una drammatizzazione. Lo stesso dibattito sull'Iva lo mostra. Rispetto ad un ipotetico aumento, certo ben inferiore ai 23 miliardi, c'è chi parla di recessione, di crollo dei consumi… sciocchezze". In Italia "sono state fatte manovre di bilancio molto più drammatiche di questa".