Le Americhe registrano l’aumento più consistente, ma l’Europa detiene la quota maggiore di arrivi annui
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Stando ai dati raccolti dall'Organizzazione mondiale del turismo, ripresi nella relazione sul 2014 di Federalberghi, il numero dei turisti internazionali è cresciuto del 4,4%. Nello stesso periodo la domanda turistico alberghiera italiana ha registrato un +1,1% di presenze alberghiere.
Il numero dei turisti internazionali si è attestato a 135 milioni, dunque 51 milioni in più rispetto ai dodici mesi precedenti, dimostrando come il settore sia stato uno dei pochi a resistere, nonostante tutto, alla morsa della crisi economica.
L'incremento maggiore di arrivi internazionali è stato registrato dalla macroregione delle Americhe, con un +8%, a cui segue quella dell'Asia e del Pacifico con un incremento del 5%. Più lieve l'aumento registrato da Medio Oriente, Europa e Africa, rispettivamente con crescite pari al 4%, al 3% e al 2%.
Entrando ancor di più nel dettaglio si nota come l'America del Nord è l'Area che ha riportato il miglioramento più consistente, con un +9%. Seguono, in ordine, l'Asia Nordorientale, quella meridionale, l'Europa meridionale e mediterranea e i Caraibi.
Nonostante le buone performance delle Americhe e dell'Asia, l'Europa nel 2014, con 583 milioni di arrivi, vantava la quota di mercato più consistente. Ben il 51,4% del totale degli arrivi internazionali.
La seconda quota più elevata spetta all'Asia con 263 milioni, quindi il 23,2% del totale, mentre gli Stati Uniti occupano l'ultimo gradino del podio con una quota del 16,9% del totale, dunque 181 milioni di arrivi.
In Italia Federalberghi ha rilevato, nel corso dello scorso anno, un aumento dell'1,1% delle presenze alberghiere, con un +0,6% per le presenze italiane (con sette variazioni negative mensili su dodici) e un +1,5% di quelle straniere (con tre variazioni negative su dodici).
Stando ai dati della Banca d'Italia tra gennaio e dicembre la bilancia turistica dei pagamenti si è attestata in positivo per 12,4 miliardi di euro, riportando un aumento del 3,6% delle spese dei viaggiatori italiani (a 34 miliardi) e del 6,9% per quelle degli stranieri (a quasi 22 miliardi).