Il settore nel 2015 ha generato 167,5 miliardi di euro e occupato 2.609.000 individui
Il 2015 è stato un anno positivo per il turismo in Italia. A confermarlo anche le ultime, definitive, rilevazioni dell’Istat, dal quale emerge una crescita marcata sia delle presenze, sia degli arrivi.
Lo scorso anno, infatti, le presenze sono state 392,8 milioni, mentre gli arrivi 113,4 milioni per aumenti, con aumenti, rispettivamente, del 4%(+15 milioni di unità) e del 6,4% (+7 milioni di unità) rispetto all’anno precedente. I risultati migliori hanno interessato gli extra alberghieri (+5,7% per le presenze e +9,2% per gli arrivi), che però riportano una lieve contrazione della permanenza media, -0,18% notti rispetto all’anno precedente, a 5,33 notti. Stabile invece la permanenza nelle strutture alberghiere (pari a circa tre notti a cliente), nelle quali si registra un aumento del 3,1% per le presenze e un +5,6% per gli arrivi.
Risultati positivi emergono anche dal calcolo della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia (effettuato dalla Banca d’Italia), un dato che si mostra in crescita continua ormai dal 2010, mettendo a segno, anno dopo anno, aumenti della spesa superiori al 3%. Nel 2015 le entrate valutarie sono state pari a 35,5 miliardi di euro, riportando una crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente (quando si registrò un +3,6%). Un’ulteriore crescita, stando agli ultimi dati disponibili, è stata riscontrata nei primi sei mesi del 2016: tra il primo semestre di quest’anno e lo stesso periodo del 2015 si è registrato un aumento del 3%.
Registra invece una lieve contrazione la spesa giornaliera pro capite per motivi di vacanza, attestandosi a 112,98 euro (contro i 113,16 di un anno fa), inferiore a quella sostenuta dai vacanzieri stranieri in Regno Unito (123,23 euro), Australia (136,62 euro), Brasile (163,83 euro), Russia (166,62), Stati Uniti (168,88 euro), Cina (183,78) e Giappone (193,79 euro).
In generale, nel 2015, il settore turistico ha generato circa 167,5 miliardi di euro, contribuendo per il 10,2% al Prodotto interno lordo del Paese. Elevata anche l’incidenza sul mercato del lavoro, 11,6% per un totale di 2.609.000 occupati.