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Secondo il ministro della Transizione ecologica, "entro il secondo semestre dell'anno prossimo potremo cominciare ad avere una quasi totale indipendenza"
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"Secondo me a breve dovremmo interrompere, per una questione anche etica, la fornitura di gas dalla Russia. Con l'energia diamo quasi un miliardo di euro al giorno a Mosca, stiamo indirettamente finanziando la guerra". Lo afferma il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un'intervista sul quotidiano La Stampa, precisando comunque che, "entro il secondo semestre dell'anno prossimo, potremo cominciare veramente ad avere una quasi totale indipendenza".
Il piano - "Prevediamo di arrivare a circa due terzi di quello che ci serve già nelle prossime settimane", aggiunge. La strategia è quella di sostituire i 29 miliardi di metri cubi di gas russo "con altrettanto gas che però deve essere prodotto da Paesi che si trovano in continenti diversi". Ma "rispetto a tutti gli altri Paesi europei - prosegue - noi abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che ci collegano a nord, a sud e a est. Ovviamente, stiamo potenziando le rotte da sud e da est".
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Aumento capacità di rigassificazione - Altro punto del piano è quello di "aumentare la capacità di rigassificazione". Oltre ai tre impianti presenti in Italia, "ne aggiungeremo un paio che saranno galleggianti, perché non devono rimanere per sempre", precisa il ministro. Nel frattempo "continuiamo ad accelerare sulle rinnovabili e sulle altre fonti". Cingolani è convinto che, se la guerra non durerà troppo, riusciremo "a liberarci della dipendenza dall'importazione russa e mantenere la road map del 55% della decarbonizzazione prevista per il 2030".
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Il Pnrr - Infine il ministro si concentra sul Pnrr. "Credo che non sia questo il momento di riscrivere il piano", afferma, ammettendo però dei "problemi di continuità, perché il Pnrr noi lo inizieremo ma qualcuno lo dovrà continuare, quindi speriamo che venga data continuità di azione".