Secondo il dossier di Bruxelles, nel periodo di crisi sono stati pochi i fondi per l'hi-tech. "Lo Stato italiano - è l'accusa - non solo non aiuta, ma frena il Paese". Sotto accusa la nostra burocrazia
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C'è un peso che le nostre aziende si trascinano da anni e che ormai non è più una novità. "La burocrazia frena la crescita dell'Italia", è la denuncia dell'ultimo dossier Ue sui Paesi europei nel periodo della crisi. Non solo. L'Italia è bocciata anche in produttività. Secondo Bruxelles, ci sono "pochi investimenti per l'hi-tech" e lo Stato non solo non aiuta ma frena lo sviluppo.
"Molti studi hanno legato la scarsa produttività di un Paese alla qualità deteriorata delle sue istituzioni – si legge nel rapporto del Direttorato per gli affari economici e monetari della Commissione sull'andamento delle economie dell'Eurozona - e la qualità delle istituzioni, così come misurata dagli indicatori della Banca Mondiale, è stata davvero bassa nelle economie dell'Eurozona con bassa produttività. Questo sembra in particolare il caso dell'Italia".
Il parametro Tfp - C'è un parametro che meglio di altri fa capire la situazione nel nostro Paese. Il Tfp dell'Italia (total factor productivity, il fattore che valuta i vari fattori sulla produttività di un Paese, dal governo e la burocrazia alle tecnologie), secondo Il Corriere della Sera che cita il rapporto Ue, si è allontanato significativamente da quello del resto dell'Eurozona, nel decennio che ha preceduto la crisi".
Tante tasse - Secondo l'Ue, inoltre, "c'è la prova che tasse più alte sulle imprese possono ridurre l'imprenditorialità e la attività di ricerca e sviluppo, sfociando in un impatto negativo sul Tfp: nel 1994 l'Italia aveva una tassazione media vicina al 47%, e fra il 1994 e il 2007 non riesce a far crescere il suo Tfp dell'1%", mentre la Finlandia supera nello stesso periodo l'1,5%.
Hi-tech trascurato - Il dossier parla chiaro: "Gli insufficienti investimenti nelle industrie ad alta tecnologia potrebbero essere un'importante spiegazione per il deludente andamento. I Paesi che spendono di più nella ricerca e nello sviluppo tendono a esibire più alti tassi di crescita nel loro Tfp. Quelli che invece hanno speso nella ricerca una parte minore del proprio Pil (ad esempio Spagna, Portogallo, Italia), hanno anche avuto un minore tasso medio di crescita durante il periodo che ha preceduto la crisi".