Intervenendo alla Giornata del Risparmio, il governatore di Bankitalia, al suo ultimo giorno, assicura che i fondamentali dell'economia del nostro Paese sono solidi ma avverte: marginale il calo atteso del debito, dopo il 2026 salirà
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La decisione della Bce di mantenere alti i tassi "sugli attuali livelli per un periodo sufficientemente lungo, a regolare cioè la persistenza della nostra azione più che la sua intensità, è saggia". Lo afferma il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco spiegando: "Tale approccio fornisce infatti, in assenza di nuovi forti shock dal lato dell'offerta, il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo e quello di non fare abbastanza, riducendo allo stesso tempo le possibili ripercussioni sulla già debole attività economica e i rischi per la stabilità finanziaria".
Intervenendo alla Giornata del Risparmio, il numero uno di Palazzo Koch sottolinea che lo spread dell'Italia sale "senza dubbio anche per fattori globali e non specifici del nostro Paese" ma "l'effetto sui titoli del debito pubblico è stato superiore a quello degli altri Paesi probabilmente perché gli investitori temono per la capacità di sviluppo dell'Italia e percepiscono che, anche per questa ragione, il debito pubblico non è ancora in equilibrio".
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E sul fronte debito chiarisce: "Una rapida riduzione del disavanzo che preservi la qualità della spesa rafforzerebbe la sostenibilità a lungo termine del nostro debito pubblico; ciò rappresenta il contributo principale che la politica di bilancio può e deve dare alla tutela del risparmio delle famiglie italiane, non solo di quello investito direttamente in titoli di Stato. Ma la sfida più importante per il Paese resta quella di realizzare riforme e investimenti capaci di spingere verso l'alto il tasso di crescita potenziale". Visco sottolinea poi che "le difficoltà dell’economia italiana dipendono da debolezze strutturali troppo a lungo trascurate: a esse non si può sopperire con politiche di stabilizzazione monetaria o con l'espansione del bilancio pubblico. Per rendere sostenibile nel tempo una crescita più elevata occorre rimuovere gli ostacoli allo sviluppo, promuovere l'innovazione e la conoscenza, favorire la crescita dimensionale delle imprese e accompagnare la modernizzazione del nostro tessuto produttivo".
Il presidente della Banca d'Italia rassicura sui fondamentali dell'economia italiana che, dice, "sono nel complesso solidi". E spiega: "La disponibilità di risparmio del settore privato è elevata e il suo debito è contenuto nel confronto internazionale. L'indebitamento delle famiglie è pari a circa il 60% del reddito disponibile (il 40% del Pil) a fronte di una media nell'area dell'euro superiore al 90%; quello delle imprese si colloca intorno al 65% a fronte di una media del 100%. Il nostro sistema produttivo, pur caratterizzato da ritardi e inefficienze, mostra vitalità e capacità di competere sui mercati globali: lo conferma la posizione patrimoniale netta sull'estero del Paese, che è tornata positiva già dalla seconda metà del 2020 ed è oggi pari a circa il 5% del Prodotto".
E ancora, Visco interviene sul nodo Pnrr dicendo: "Modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza semplici, mirate e volte ad accrescerne l'efficacia, restano possibili, anche se è necessario procedere senza dilazioni eccessive". Ricorda che "l'occasione offerta dall'attuazione dei progetti contenuti nel Piano e delle riforme che di esso sono parte, che si concentrano proprio su questi ritardi e sul decisivo avvio della transizione verde e digitale della nostra economia, non ha precedenti".
"Termina oggi il mandato di Ignazio Visco, presidente di Banca d'Italia dal 2011. Visco ha guidato l'Istituto con professionalità e passione, mettendo al servizio del Paese la sua straordinaria esperienza e competenza". Lo ha ricordato Renato Brunetta, presidente del Cnel secondo cui Visco "ha rappresentato in modo autorevole l'Italia in Europa, interpretando con grande spirito di servizio il suo ruolo all'interno del Consiglio direttivo e del Consiglio generale della Banca centrale europea. Il mio ringraziamento va, dunque, a una personalità che ha costituito un fondamentale punto di riferimento nelle varie sfide economiche che hanno interessato il nostro Paese e l'Eurozona negli ultimi anni.