Riccardo Giorgio Frega e Laura Nori hanno esplorato il Paese centramericano per 45 giorni senza toccare un dollaro
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El Salvador è stato il primo, e finora unico, Stato al mondo a rendere il bitcoin valuta a corso legale con una legge entrata in vigore il 7 settembre 2021. Così il piccolo Paese centramericano è diventato meta di curiosi e appassionati. Riccardo Giorgio Frega, attivista libertario e autore del Bitcoin Italia Podcast, e Laura Nori, community manager di Desmos, hanno provato l'esperienza di vivere senza toccare carte di credito o contanti per 45 giorni.
"Le zone più esposte al turismo estero si sono già perfettamente adeguate. Abbiamo incontrato qualche difficoltà fuori dalle zone più turistiche", ha raccontato Frega alla newsletter Bitcoin Train. I due hanno notato una differenza netta tra approccio statale e privato: "I musei non accettano bitcoin, non hanno ricevuto direttive da parte del ministero della Cultura. Qui ci sono rovine Maya molto belle, quelle di Tazumal, ma non c’è stato verso di visitarle. Paradossalmente fuori dal sito archeologico le bancarelle che vendono i souvenir accettano bitcoin. Ancora una volta impresa privata batte Stato tre a zero".
Differenze ci sono anche nell'adozione della criptovaluta nella popolazione locale, tra chi cambia subito i bitcoin in dollari, chi li manda ai familiari all'estero e chi li usa per risparmiare. Bitcoin non è solo una moneta nuova, ma porta con sé una tecnologia che per moltissimi è ancora totalmente sconosciuta. "Qui - spiega Frega - nessuno ha idea di cosa sia Bitcoin tecnologicamente. Forse però le cose stanno cambiando: il governo sta curando un esperimento pilota di formazione su Bitcoin in una scuola pubblica".
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Chivo, il wallet di Bitcoin salvadoregno
Insieme all'educazione, per facilitare la transizione il presidente Nayib Bukele ha deciso di fornire un wallet (un portafoglio bitcoin) chiamato Chivo e ha regalato 30 dollari a chiunque lo utilizzi. È un incentivo notevole, che in un Paese in cui lo stipendio medio è di 300 dollari al mese fa la differenza. "Ciò ha comportato che spesso, anche quando siamo usciti dalle zone più battute, la gente avesse in tasca il wallet Chivo. Ci è capitato di fermarci a mangiare nei ristoranti più popolari, locali con muri scrostati dove avevamo pochissime speranze, ma i proprietari avevano il wallet: nella maggioranza dei posti in cui siamo andati siamo stati i primi a pagare in criptovaluta".
Il presidente Nayib Bukele è il principale promotore della rivoluzione Bitcoin nel Paese, tanto che lo scorso novembre ha annunciato il progetto di una Bitcoin City, senza tasse su reddito, proprietà o plusvalenze, e carbon free. E proprio l'impatto sull'ambiente è una delle critiche mosse più di frequente a chi usa la criptovaluta. Ma "il mining di Bitcoin - dice Frega a Bitcoin Train - è l’ultimo dei problemi per l’ambiente, è una delle industrie più green che esistano. La sua caratteristica principale, quella che gli viene riconosciuta dalla scienza ufficiale, è quella di saper condensare energia elettrica in assoluta scarsità digitale e quindi offrire a Stati e privati la possibilità di monetizzare la produzione di energia rinnovabile".
Tra le difficoltà maggiori, per Frega e Nori, c'è stata la necessità di noleggiare un'auto per girare il Paese, dal momento che i mezzi di trasporto sono lenti e non accettano bitcoin. Le attività più importanti non permettevano di prenotare usando bitcoin, ma "poi ci siamo accorti che in El Salvador c’è una pletora di piccoli noleggi privati che si è rivelata molto felice di accettare la criptovaluta, peraltro a prezzi concorrenziali rispetto alle grandi compagnie". Ci sono stati problemi anche nella scelta degli alberghi, che però si sono risolti con un po' di perseveranza: "La nostra tecnica è stata quella di scaricare l’elenco di tutti gli hotel del luogo in cui avremmo alloggiato per poi chiamarli uno per uno. Generalmente ne chiami dieci e l’undicesimo ti dice di sì".