Confindustria: "Irresponsabile la scelta dell'azienda". Regione Friuli Venezia-Giulia: "Di tutto per contrastare questa decisione"
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La Wartsila ha detto di no alla mediazione proposta dalle istituzioni su cui si era trovata la convergenza di tutte le altre parti e dunque salta il possibile accordo sulla proroga degli ammortizzatori sociali. A questo punto è presumibile che la decida di aprire la procedura prevista dalla legge 234, che si concluderebbe con il licenziamento di 300 persone circa tra otto mesi. Intanto, a queste andranno versati gli stipendi integralmente.
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"Irresponsabile e immotivato". Così Confindustria Alto Adriatico, per bocca del suo direttore generale Massimiliano Ciarrocchi, ha definito il comportamento di Wartsila. Un atteggiamento che "rischia di pregiudicare la possibilità di un Accordo programma per la reindustrializzazione del sito", ha concluso.
"Come Regione faremo tutto ciò che sarà nelle nostre possibilità per contrastare la scelta di Wartsila. Con questa farsa, che ha i torni di una sceneggiata, l'azienda si è assunta una responsabilità gravissima. Inizieremo le interlocuzioni con il governo per un eventuale intervento sulla legge 234. Ci troviamo ora di fronte a una fase che non merita alcuno sconto". Così l'assessore al Lavoro del Fvg, Alessia Rosolen, segnalando che "il 28 dicembre Wartsila ha chiesto ulteriori fondi al ministero". "La Regione non lascerà da soli i lavoratori" e "Wartsila ha comunque l'onere della deindustrializzazione. La mancata firma dell'accordo è un atto scellerato".