Sarà Macron a gestire questo delicato momento, non c'è una maggioranza politica e quindi si dovrà arrivare ad accordi tra i partiti. C'è anche l'ipotesi del governo tecnico (prima volta in Francia). E lo spettro delle dimissioni per il presidente francese
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Le recenti elezioni legislative in Francia hanno prodotto un risultato frammentato che impedisce la formazione di una maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale. Con 289 seggi necessari per ottenere la maggioranza, nessun gruppo ha raggiunto questo traguardo, generando incertezza su come sarà possibile governare il paese. Ecco un'analisi dei possibili scenari post-voto e del processo di formazione del governo in Francia.
La coalizione di sinistra, Nouveau Front Populaire (NFP), guidata da Jean-Luc Mélenchon, ha ottenuto 178 deputati su 577. La coalizione del presidente Emmanuel Macron, Ensemble pour la République, ha conquistato 150 seggi, mentre il Rassemblement National (RN) di Jordan Bardella e Marine Le Pen, in coalizione con Eric Ciotti, ha raggiunto 125 seggi. Infine, i Repubblicani, correndo da soli, hanno ottenuto 39 seggi. Questi risultati impediscono la formazione di un governo monocolore e richiedono soluzioni politiche complesse per garantire la governabilità.
In Francia, dopo le elezioni legislative, il Presidente della Repubblica ha il compito di nominare un nuovo Primo Ministro, che a sua volta propone i membri del governo. Tuttavia, senza una maggioranza chiara, il nuovo governo deve cercare alleanze e compromessi per ottenere il supporto dell'Assemblea nazionale. Va ricordato che il parlamento non deve, come in Italia, dare la fiducia all'esecutivo una volta nominato dal Presidente. Ma ogni legge del governo passa dall'assemblea che quindi, senza una maggioranza politica, sarebbe di fatto bloccato.
Ma quali sono gli scenari possibili? Diversi, tutti nelle mani di Macron che ha fatto trapelare di prendersi un po' di tempo per decidere proprio perché la situazione è molto delicata. Ecco cosa può succedere.
Jean-Luc Mélenchon ha sottolineato che Macron ha il dovere di permettere al NFP di governare. Tuttavia, senza maggioranza assoluta, il NFP dovrà negoziare con altri gruppi per evitare che l'Assemblea Nazionale blocchi le sue proposte. Un governo di minoranza, come suggerito da Mélenchon, potrebbe utilizzare decreti per implementare parti del suo programma, ma sarebbe costantemente a rischio di mozioni di sfiducia.
Un'altra opzione è un'alleanza tra la coalizione presidenziale Ensemble e i Repubblicani. Questa coalizione darebbe a Macron una base di supporto più stabile, ma resterebbe vulnerabile a mozioni di sfiducia da parte del NFP e del RN. Per evitare ciò, potrebbe essere necessario un accordo di astensione con alcuni partiti.
Un governo di coalizione sul modello tedesco, che includa partiti di diverse ideologie, è un'altra possibilità. Una coalizione tra PS, Ensemble e LR formerebbe una maggioranza ristretta con 296 deputati. Tuttavia, i principali partiti del NFP hanno già escluso questa opzione, preferendo rimanere fedeli al loro programma.
Un governo tecnico, composto da esperti e alti funzionari pubblici, è una soluzione teorica (e sarebbe anche una novità per i francesi). Questo tipo di governo sarebbe incaricato di garantire la continuità amministrativa senza implementare nuove politiche significative. Un tale governo sarebbe una novità per la Quinta Repubblica e potrebbe comunque essere minacciato da mozioni di sfiducia.
Se nessuno degli scenari precedenti funzionasse, la Francia potrebbe entrare in una crisi istituzionale. In tal caso, il Presidente Macron non sarebbe in grado di sciogliere l'Assemblea nazionale prima del luglio 2025. Questo scenario, descritto da Jean-Luc Mélenchon come una possibilità reale, vedrebbe il paese paralizzato politicamente e Macron potrebbe a quel punto essere "costretto" a dimettersi per rimandare il Paese al voto per la scelta di un nuovo presidente.