Dal leader dei Repubblicani ai candidati delle sinistre nel Nuovo Fronte Popolare. Il profilo delle altre personalità di spicco delle elezioni in Francia
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Non sono in prima linea come Gabriel Attal e Jordan Bardella, i delfini di Emmanuel Macron e Marine Le Pen, o il leader di La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon. Ma il loro ruolo alle elezioni in Francia sarà decisivo per l'esito finale. Si tratta di Éric Ciotti, presidente di Les Républicains, e dei membri della coalizione delle sinistre unite, il Nuovo Fronte Popolare.
Éric Ciotti è il presidente del partito Les Républicains, storica forza politica francese di cui è stato segretario anche l’ex presidente Nicolas Sarkozy. È finito sotto i riflettori della stampa nazionale e internazionale per l’annuncio di un’alleanza con il Rassemblement National (RN), il partito di Le Pen e Bardella. La scelta, giudicata contraria agli ideali del partito, ha spaccato le fila repubblicane e portato a una sua iniziale espulsione, poi revocata dopo un ricorso al Tribunale di Parigi. Ora, Ciotti e i suoi seguaci potrebbero essere una pedina chiave per una futura maggioranza a guida RN dopo le elezioni in Francia.
Éric Ciotti nasce a Nizza nel 1965 da una famiglia di origini italiane. Passa l’adolescenza nella città natale per poi trasferirsi a Parigi per studiare Scienze Politiche. È qui che incontra il suo mentore politico: Christian Estrosi, ex-pilota di moto e, ai tempi, deputato.
Fresco di laurea, a 23 anni Ciotti diventa il collaboratore parlamentare di Estrosi. Dopo ruoli di primo piano in collaborazione con il suo mentore, nel 2007 Ciotti si candida alle elezioni legislative con il partito Unione per un Movimento Popolare (UMP), antenato degli odierni Repubblicani, e ottiene un seggio che occupa ancora oggi.
La sua carriera decolla, Ciotti è sempre più una figura di spicco nell’UMP e durante la presidenza di Nicolas Sarkozy diventa l’incaricato del partito sulle questioni di ordine pubblico, guadagnandosi il soprannome di “mister sicurezza”. Le sue posizioni sono radicali. Propone la creazione di una “Guantanamo francese”, l’abolizione del politicamente corretto e condivide la teoria razzista della “grande sostituzione”.
Nel 2022, in seguito alla disfatta di Valérie Pécresse alle primarie della destra, Éric Ciotti diventa il presidente del partito Les Républicains.
Il Nuovo Fronte Popolare è la coalizione delle sinistre francesi costruita per le elezioni in Francia. È composta da Partito Socialista, La France Insoumise, Verdi, Partito Comunista francese e il Nuovo Partito Anticapitalista. Il nome del gruppo riprende le storico Fronte Popolare degli Anni ’30 tra socialisti e comunisti guidato da Léon Blum che arginò le destre fasciste e diede il via a una stagione di lotta per i movimenti operai.
Nonostante la carica simbolica che scaturisce dal nome, la coalizione è eterogenea e divisa. A testimonianza, il fatto che non è ancora stato scelto un candidato premier. Durante i dibattiti televisivi, infatti, sono intervenuti esponenti dei vari partiti come Manuel Bompard de La France Insoumise e Olivier Faure del Partito Socialista.
Manca una guida e, dati i contrasti, probabilmente trovare un uomo simbolo per il Nuovo Fronte Popolare non sarà facile. Ci sono due anime che difficilmente potranno scendere a compromessi. Una è quella incarnata da François Hollande, membro dei socialisti, più vicina a una sinistra tradizionale, riformista e che in passato è stata vicina a Macron (l'attuale presidente è stato ministro dell’economia durante il mandato di Hollande). L’altra è quella decisa a troncare con il neoliberismo, guidata da La France Insoumise e dal suo leader Jean-Luc Mélenchon, storico rivale di François Hollande, che fuoriuscì dai socialisti proprio per questi contrasti.
Tra i nomi di un possibile candidato spicca quello di François Ruffin, membro del partito di Mélenchon, che potrebbe risultare meno divisivo per gli altri partiti della maggioranza. Infatti, il deputato ha posizioni e una storia politica molto meno radicali rispetto al leader di La France Insoumise. Dinamiche che potrebbero far confluire sia gli elettori di sinistra che di centro sinistra su Ruffin.