Il Ministro dell'Interno francese Darmanin parla anche di "possibili problemi di ordine pubblico": oltre 49 milioni di francesi alle urne
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Il prossimo 30 giugno e 7 luglio 2024 si terranno in Francia le elezioni legislative anticipate e oltre 49 milioni di francesi saranno chiamati alle urne, dopo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale da parte del presidente Emmanuel Macron, a seguito dei risultati delle elezioni europee che hanno visto l'ascesa dell'estrema destra del Rassemblement National.
"Penso che avremo la maggioranza assoluta e quindi potremo governare la Francia". Lo ha dichiarato Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, in un'intervista a RTL. Facendo riferimento a una possibile convivenza politica tra il suo candidato premier, Jordan Bardella, e il presidente Macron, Le Pen ha sottolineato: "Saremo in coabitazione fino al 2027: questo non ci pone in alcuna difficoltà. La Costituzione è molto chiara: è il primo ministro che determina e attua la politica della Nazione".
A meno di una settimana dal primo turno delle elezioni anticipate, il partito nazionalista continua a guidare tutti i sondaggi con oltre il 30% delle preferenze, seguito dalla coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire e dalla maggioranza presidenziale Ensemble pour la République.
Jordan Bardella, nel caso in cui diventasse primo ministro non vuole diventare un "collaboratore di Emmanuel Macron2, ma sarà "rispettoso delle istituzioni e intransigente" sulla sua agenda politica a Matignon. Lo ha detto lo stesso presidente del Rassemblement National, parlando a Parigi in una conferenza stampa in cui ha presentato il programma del partito.
Il ministro dell'Interno della Repubblica francese, Gérald Darmanin, ha espresso preoccupazione per possibili problemi di ordine pubblico. "In Francia abbiamo molti agitatori" ha dichiarato, citando le "minacce" dell'islamismo radicale, dell'ultradestra e dell'ultrasinistra, sebbene queste ultime siano minoritarie. E ha assicurato che saranno dispiegati molti agenti di polizia e gendarmi per garantire la libera espressione del voto.
Anche il Presidente Macron aveva parlato del "rischio di guerra civile qualora vincessero gli estremisti". Parole che hanno suscitato critiche da parte di molti leader politici dell'opposizione, tra cui Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise (LFI), che ha accusato Macron di "gettare benzina sul fuoco" con le sue dichiarazioni.