VERSO IL DUELLO TV DELL'11 SETTEMBRE

Usa 2024, "trucchi" contro "pentiti": ecco come Trump e Harris si preparano al grande duello tv

La candidata democratica punta sulle critiche di ex funzionari dell'amministrazione Trump, mentre il tycoon si scaglia contro le regole del gioco in casa Abc. Vedremo quale strategia risulterà vincente. Il confronto potrà cambiare davvero la corsa alla Casa Bianca?

di Maurizio Perriello
10 Set 2024 - 14:44
 © Tgcom24

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La corsa alla Casa Bianca di Usa 2024 entra negli ultimi due mesi, storicamente quelli più caldi dell'intera campagna elettorale. Non che finora ci si fosse annoiati, per così dire: dall'attentato a Donald Trump al clamoroso ritiro di Joe Biden, le elezioni presidenziali di quest'anno sono senza dubbio già quelle con più colpi di scena nella storia degli Stati Uniti. Da quando Kamala Harris è subentrata nel "gioco", il suo sfidante repubblicano ha dovuto cambiare strategia comunicativa, puntando sulla presunta "furbizia" elettorale della vice di Biden e della sua capacità di "truccare" le regole. Un vecchio adagio della retorica opposta al partito Democratico, rinverdita dal tycoon a due giorni dal primo grande dibattito televisivo con l'avversaria, con tanto di attacco ai moderatori della rete Abc News. Dall'altro lato della barricata, l'ex procuratrice della California ha scelto tutt'altra strategia: criticare Trump attraverso le parole di chi ha lavorato con lui durante il suo mandato da presidente.

Quando e dove ci sarà il dibattito tv tra Trump e Harris

 Il confronto tv si svolgerà nell'immediata vigilia della data più evocativa per gli Stati Uniti nel Nuovo Millennio: nella notte tra il 10 e l'11 settembre. Basterebbe già solo questo a renderlo decisivo. L'orario di inizio è stabilito alle 21 americane, corrispondenti alle 3 in Italia. Il primo faccia a faccia fra i due candidati sarà condotto da David Muir, storico conduttore di "Abc News World News Tonight", e da Linsey Davis, conduttrice di "Abc News Live", e avrà luogo presso il National Constitution Center di Philadelphia.

La strategia di Trump: indebolire i moderatori del dibattito

 Come evidenziato da Politico, da giorni Donald Trump sostiene la pista del dibattito "truccato" sull'Abc, a suo dire a favore di Kamala Harris. Nelle interviste, negli appelli per la raccolta fondi, nei raduni e nei post sui social, l'ex presidente ha ripetutamente accusato l'emittente della "sua" New York di essere prevenuta nei suoi confronti. Arrivando persino a dichiarare che la rete avrebbe fornito le domande in anticipo allo staff della candidata democratica. "Abc è la peggiore rete in termini di correttezza, è piena di cattivi e ingiusti", ha tuonato ad esempio durante un incontro pubblico col celebre conduttore Sean Hannity. "Sappiamo benissimo che i suoi amici dei media liberali farebbero qualsiasi cosa per impedirle di essere messa in imbarazzo come è successo a Biden", ha poi rincarato Trump durante un appello per la raccolta fondi. Retorica che poi sfocia nell'inevitabile proclama di combattività: "Sto affrontando questa situazione in evidente svantaggio, affrontando la disonesta Kamala e le sue fake news. Ma io non ho paura di nulla!". Gli attacchi alla rete illustrano l'approccio generale del candidato repubblicano ai confronti politici, che si concentrano in parte sul sollevare dubbi sull'equità dei moderatori e sull'instillare il dubbio se i rivali stiano infrangendo le regole. Così facendo, Trump sembra cercare di abbassare le aspettative su se stesso e di fare pressione sugli organizzatori dei dibattiti affinché lo trattino in modo più favorevole. E gli consente di gettare le basi per giustificare eventuali risposte un po' sopra le righe, com'è del resto suo costume.

Il "classico" attacco di Trump

 La tattica dell'ex presidente americano si è spinta anche oltre: ha ripetutamente menzionato lo stretto rapporto di amicizia tra Harris e Dana Walden, dirigente senior di Disney Entertainment, fonte di donazioni ai Democratici e nel cui portfolio compare anche Abc News. L'emittente, da parte sua, ha chiarito che Walden non ha alcun ruolo editoriale di alcun genere. In ogni caso l'offensiva di Trump è simile a quella usata in preparazione al primo dibattito elettorale di giugno, trasmesso sulla Cnn. Il tycoon si è ripetutamente scagliato contro la rete prima del confronto, chiamando in accezione spregiativa "fake Tapper" il moderatore Jake Tapper e sostenendo che la stessa Cnn fosse favorevole a Joe Biden. Del resto le invettive di Trump non si sono mai fermate ai soli organizzatori dei confronti elettorali, ma anche agli stessi sfidanti. Prima dei dibattiti pubblici con Biden nel 2020 e nel 2024, l'ex presidente aveva suggerito che l'attuale presidente avesse fatto uso di farmaci per migliorare le prestazioni. La stessa identica accusa mossa contro Hillary Clinton nel 2016. Completa il cerchio una causa intentata dal tycoon nei confronti di uno dei principali conduttori di Abc News, George Stephanopoulos, presso la Corte federale della Florida. Il candidato repubblicano afferma di essere stato diffamato durante un'intervista durante la trasmissione "This Week" con la deputata Nancy Mace. La frase di Stephanopoulos "incriminata" fa riferimento al fatto che Trump è stato definito "responsabile dello stupro" della scrittrice Jean Carroll. Cosa che gli atti processuali non evidenziano. In estate, Trump ha infine attaccato un altro volto noto di Abc News, Rachel Scott, definendola "cattiva" e "ostile".

La strategia di Harris: l'invettiva indiretta e ironica

 All'opposto, Kamala Harris sta cercando di criticare l'avversario in maniera indiretta, svelandone il "vero volto" prima del dibattito di martedì. Per farlo, la candidata democratica ha lanciato un nuovo spot pubblicitario in cui alcuni ex alti funzionari dell'amministrazione Trump hanno espresso giudizi severi sul loro ex presidente. Il filmato, intitolato ironicamente "The Best People", mostra spezzoni di interviste di grandi nomi dell'ex governo federale tra cui l'ex vicepresidente Mike Pence, l'allora segretario alla Difesa Mark Esper, l'ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton e l'ex presidente del Joint Chiefs of Staff Mark Milley. Tutti parlano della loro decisione di non sostenere il loro ex capo, mettendo in guardia gli americani sui pericoli che rappresenterebbe un'altra elezione del magnate newyorkese. "Nel 2016 Donald Trump disse che avrebbe scelto solo le persone migliori per lavorare alla Casa Bianca", afferma la voce fuori campo. "Ora quelle persone hanno un avvertimento per l'America: Trump non è adatto a essere di nuovo presidente". Lo spot andrà in onda a livello nazionale su Fox News e a West Palm Beach, sede del resort Mar-a-Lago di Trump, e sulle emittenti di Philadelphia proprio il giorno del duello tv. E continuerà poi a essere trasmesso per tutta la settimana, giusto per essere sicuri.

Harris in ritiro in hotel fino al dibattito con Trump

 Nel frattempo Harris resterà chiusa nel suo hotel di Pittsburgh, in Pennsylvania, fino al momento della sfida, circondata soltanto dai suoi consiglieri più fidati. La vicepresidente non vuole lasciare nulla al caso, nemmeno il minimo dettaglio. Ecco perché dedica molte ore a simulazioni e "recite" coi suoi collaboratori. Si tratta di Philippe Reines, ex consigliere di Hillary Clinton quando era Segretario di Stato, che in queste esercitazioni interpreta la parte di Trump. C'è poi la "veterana dei duelli" Karen Dunn e la fedelissima assistente Rohini Kosoglu, ex consigliera per la Politica interna e capo dello staff del Senato. La candidata democratica ha alzato la posta in gioco dopo l'ultimo sondaggio del New York Times/Siena College, secondo cui il 28% di elettori indecisi pensa di "non conoscerla abbastanza" e di "avere bisogno di saperne di più" sul suo conto.

La discussione sulla scelta dell'emittente

 Al di là delle accuse trumpiane sull'equità dell'emittente scelta per ospitare il primo faccia a faccia con Harris, la Abc non era stata la prima scelta per nessuno dei due schieramenti. Inizialmente c'erano addirittura dubbi sul fatto che i due candidati avessero effettivamente accettato di confrontarsi dal vivo. Allo staff di Kamala Harris, ad esempio, non stava bene la regola imposta dalla rete tv già all'epoca del primo dibattito fra Trump e Biden che imponeva di silenziare i microfoni tra una risposta e l'altra. La posizione della campagna di Harris è cambiata alla fine dopo che la Abc ha acconsentito a tenere entrambi i microfoni accesi durante ogni acceso tira e molla. Sarà inoltre consentito a un gruppo di giornalisti, noto come "press pool", di avvicinarsi abbastanza al palco per prendere nota delle osservazioni pronunciate lontano dai microfoni. La scorsa settimana Trump ha riferito di aver chiesto alla sua campagna di far includere nelle regole del dibattito che nessuna delle domande sarebbe stata fatta trapelare in anticipo a nessun candidato. Anche in questo caso, lo staff del tycoon fonda le sue dichiarazioni richiamando "oscuri" avvenimenti passati. Nel 2016 è stato infatti rivelato che l'allora presidente Comitato nazionale democratico, Donna Brazile, aveva passato sottobanco al team di Hillary Clinton domande specifiche che sarebbero state poste durante il dibattito delle primarie democratiche di marzo.

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