Le primarie repubblicane potrebbero essere l'ostacolo più facile per il tycoon. L'ex First Lady, nel caso scendesse i campo, sarebbe in grado, sondaggi alla mano, di conquistare la Casa Bianca
© ansa
Due donne rovinano il sonno, apparentemente tranquillo, di Donald Trump e del partito repubblicano. Non solo l'ex ambasciatrice degli Stati Uniti all'Onu, Nikki Haley, uscita sconfitta dalle primarie in New Hampshire, ha sfidato il suo avversario ad affrontarla direttamente in un dibattito pubblico. Ora lo "spettro" di Michelle Obama si profila all'orizzonte: se l'ex First Lady, forte dei sondaggi, decidesse in extremis di scendere in campo al posto di Biden, lo scenario per la Casa Bianca potrebbe drasticamente cambiare a favore dei Democratici.
© Tgcom24
Sebbene sia sicuro di avere la nomination del Grand old party in tasca, il tycoon è irritato, e forse anche preoccupato, dalla sua rivale Nikki Haley che, galvanizzata dal successo presso gli elettori moderati e dal risultato superiore alle previsioni, non solo non ha voluto ritirarsi dalla gara ma vuole approfittare del vantaggio di giocare in casa al prossimo voto, il 24 febbraio, nella sua South Carolina. "Ha un cervello di gallina", l'ha attaccata sul social media Truth a poche ore dalla vittoria con il 54,5% (12 delegati) contro il 43,3 (9 delegati). "Si è vestita da gran sera e ha parlato come se avesse vinto ma ha perso!", ha incalzato Trump che forse sperava di vincere con un margine più alto, quel 20% previsto dai sondaggi della vigilia.
Il nervosismo di Trump potrebbe, però, essere causato anche da un altro "pericolo", questa volta non interno, ma proveniente dai democratici. I quali, cominciano a temere che l'attuale presidente Joe Biden, peraltro forte di ricandidatura, possa non essere la scelta giusta per riconquistare la Casa Bianca. Il termometro, sussurrano alcuni osservatori, è con quanto poco entusiasmo la famiglia Obama si stia spendendo in queste ultime settimane per appoggiare colui che fu il vice di Barack, durante la sua storica presidenza. E non è detto che, in primavera Michelle decida di scendere in campo per le prossime elezioni.
A quel punto la partita, per Donald Trump, si farebbe molto più difficile, perché tutte le sue obiezioni sull'età e sulla presunta "inadeguatezza" di Biden per un secondo mandato andrebbero perdute. Non solo. Michelle Obama, per carisma, viene considerata da più parti come un avversario temibile, in grado di sbaragliare la campagna tutta all'attacco di Trump, che già non gode di buona stampa per i suoi toni, spesso criticati anche tra i Repubblicani. L'altra faccia della medaglia è che Michelle, appunto candidato forte, ricompatterebbe il versante conservatore, attualmente diviso in attesa del candidato vero da opporre, al momento, a Biden, considerato forse troppo frettolosamente battibile.