Oltre dieci anni fa, l'ex presidente ha effettuato due donazioni a favore dell'ex procuratrice della California, per un totale di 6mila dollari
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Dieci anni fa Donald Trump finanziò la campagna elettorale di Kamala Harris, quando era in corsa per la nomina a procuratrice capo della California. Come riportato dai media statunitensi, che hanno avuto accesso ai registri dell'epoca, l'ex presidente americano ha effettuato due donazioni a favore di colei che diventerà con ogni probabilità la sua sfidante per la corsa alla Casa Bianca, dopo il ritiro di Joe Biden. Per un totale di 6mila dollari di finanziamento, divisi in due tranche ed effettuati da Trump in qualità di privato cittadino: 5mila nel 2011 e mille due anni dopo.
Secondo quanto riportato dai registri, anche la figlia del tycoon Ivanka Trump donò 2mila dollari alla Harris nel 2014. Vale a dire un anno prima che Donald Trump si candidasse per la prima volta alla presidenza. Kamala Harris è stata invece procuratrice generale della California dal 2011 al 2017, prima di essere eletta al Senato degli Stati Uniti. I media statunitensi hanno rivelato inoltre che Harris non incassò personalmente l'assegno di Trump, devolvendo anni dopo l'intero importo a un'associazione di beneficenza attiva in America Centrale.
Già nel 2019 il Washington Examiner rese noto che l'ex presidente americano aveva dichiarato di aver effettuato la donazione di 5mila dollari all'avvocatessa di Oakland su richiesta dell'allora procuratore generale dello Stato di New York, Eric Schneiderman. Quest'ultimo, tra l'altro, fu in seguito accusato di molestie sessuali nei confronti di varie donne. Nel 2020 la consigliera senior di Trump, Katrina Pierson, rivelò ai media che il presidente aveva "effettuato donazioni a candidati di tutti gli schieramenti". La donazione a Harris, nello specifico, era stata operata nella speranza che, "in quanto donna di colore, potesse spegnere le accuse di razzismo" sul conto del tycoon. La storia delle donazioni di Trump a Kamala Harris e ad altri candidati democratici riemerse per la prima volta proprio nel 2020, dopo che Joe Biden scelse l'ex procuratrice come sua vice.