Usa 2024, dalla stretta di mano allo scontro: il primo faccia a faccia fra Trump e Harris
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Il primo faccia a faccia tra i due candidati ha toccato tanti temi: economia, guerre, politica estera, assalto a Capitol Hill. La democratica: "Trump ci ha venduto alla Cina ed è un condannato". Il tycoon: "Odia Israele, negozierò un accordo per far cessare il conflitto in Ucraina". Taylor Swift si schiera con Kamala Harris. La campagna della vicepresidente vuole proporre un altro dibattito
È iniziato con una stretta di mano ed è proseguito con un confronto serratissimo il dibattito televisivo tra Kamala Harris e Donald Trump, il primo e forse l'unico di questa breve campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca dopo il ritiro di Joe Biden. È stato il loro primo faccia a faccia, presso il National Constitution Center di Philadelphia e sponsorizzato dalla Abc, dopo settimane di attacchi reciproci. Il dibattito è andato in scena nella città simbolo della democrazia americana e centro dello Stato in bilico più cruciale per il voto di novembre: la Pennsylvania. Tanti i temi toccati in un'ora e mezza, dall'economia alle guerre di Ucraina e Gaza, passando per il diritto all'aborto, l'immigrazione e l'Afghanistan. "Non sono né Biden né Trump, sono la leader di una nuova generazione", ha dichiarato la vicepresidente che questa sera aveva il compito di presentarsi a quei milioni di americani che non la conoscevano o che la associavano all'amministrazione attuale. Tante le stoccate reciproche, dal "lei odia Israele" e "sarà la peggiore presidente di sempre" di Trump a "Putin ti mangia a colazione" di Harris. Terminato il dibattito, la superstar Taylor Swift è uscita allo scoperto e ha offerto il suo endorsement alla candidata democratica.
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I primi botta e risposta hanno toccato temi economici, con la democratica che ha criticato la gestione di Trump durante la sua presidenza. I due si sono poi scontrati sul tema dell'aborto. "Il governo e soprattutto Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo". Poi è arrivato il primo scivolone del tycoon, che confonde Virginia e West Virginia: "I dem vogliono consentire l'aborto nel nono mese di gravidanza". Gaffe anche sull'immigrazione, con Trump che ha rilanciato la falsa teoria cospirativa secondo cui gli immigrati haitiani mangino i gatti domestici degli americani.
Harris ha quindi parlato di guerre e politica estera, specificando la sua posizione: "Continuerò ad aiutare Israele. I dittatori fanno il tifo per Trump perché lo manipolano. Con lui alla Casa Bianca, Putin sarebbe a Kiev". La replica dell'ex presidente: "Lei odia Israele. Con me non sarebbe successo nulla a Gaza e in Ucraina". La campagna della vicepresidente ha poi proposto un altro dibattito. "Trump, sei pronto?", ha domandato sarcasticamente Harris.
Chiamata alla sfida di "farsi conoscere", la candidata democratica si è "presentata" anche al suo rivale che non sembrava volesse stringerle la mano, avvicinandosi e dicendogli: "Piacere, Kamala Harris". "È il momento di voltare pagina, il mio piano è una nuova strada per il futuro", ha sottolineato la vice di Biden che per la prima volta ha preso le distanze dal suo presidente. Nel complesso Harris è riuscita a mettere all'angolo il suo avversario in diversi momenti, con calma e determinazione ma anche rubandogli alcune delle sue espressioni più colorite e aggressive.
Harria ha accusato lo sfidante di "aver venduto gli Stati Uniti alla Cina" con la sua politica dei chip e di essere amico di dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong-un che "fanno il tifo per lui perché lo possono manipolare". Con il leader nordcoreano "si scriveva lettere d'amore", ha detto sarcastica. E l'amicizia con il capo del Cremlino è stato uno dei temi di politica estera sul quale l'ex procuratrice ha attaccato più duramente. "Se Trump fosse presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull'Europa", ha incalzato la democratica provocando il tycoon dichiarando che "i leader stranieri gli ridono dietro". "Sei amico di un dittatore che ti mangerebbe a colazione", ha tuonato.
Kamala Harris si è dimostrata decisa anche sull'aborto. "Il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo". Su uno dei temi più caldi della campagna il tycoon è invece scivolato, affermando che i democratici vogliono consentire l'aborto nel "nono mese" di gravidanza e confondendo la Virginia con la West Virginia.
La strategia di Harris è stata anche quella di ricordare agli americani che il tycoon è già stato presidente con risultati, a suo parere, disastrosi. "Trump ci ha lasciato la disoccupazione più alta dalla Grande Depressione. Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio che lui ha creato", ha attaccato ricordando le sue politiche fallimentari sul Covid. Gli ha anche rinfacciato di non poter parlare dei "crimini dei migranti", lui che "è condannato e perseguito" e lo ha ripagato con la sua stessa moneta quando parlando delle folle ai comizi ha detto che da quelli del tycoon se ne vanno "per noia ed esasperazione".
The Donald da parte sua ha sfoderato i classici della sua retorica. Da Harris "marxista che ha distrutto il Paese con politiche che sono folli" alla Harris che "odia Israele" e che distruggerà lo Stato ebraico entro due anni dal suo insediamento. L'ex presidente è riuscito a mettere a segno qualcuna delle sue battute come quando l'ha fermata dicendole "sto parlando io", riferendosi alla stessa ormai famosa frase usata da Harris con Mike Pence nel dibattito tra candidati vicepresidenti.
A tratti Trump è però sembrato irritato e nervoso, ha alzato la voce ed è andato in confusione di fronte alla calma olimpica dell'avversaria. E, oltre all'uscita infelice sull'aborto, ha fatto una gaffe ripetendo la falsa teoria cospirativa secondo cui gli immigrati haitiani "mangiano i gatti domestici degli americani". Quando poi gli è stato chiesto della questione della "razza" di Harris, l'ex presidente non è riuscito a fare del tutto un passo indietro liquidandola con un "non me ne potrebbe fregare di meno. Qualunque cosa voglia essere, per me va bene, decida lei".
Il tycoon ha poi provato a mettere in difficoltà la sua avversaria sul ritiro delle truppe Usa dall'Afghanistan, nota dolente dell'amministrazione Biden, ma anche in quel caso Harris si è smarcata rilanciando che fu Trump a concludere un accordo disastroso invitando persino i talebani a Camp David, luogo sacro per gli Usa. Alla fine l'ex presidente ha rivendicato di "non aver mai dibattuto così bene in vita sua", accusando ancora i moderatori di Abc News di essere stati "di parte".
Kamala Harris, dal canto suo, ha chiesto subito un secondo dibattito, segno di forza e sicurezza, e alla fine del dibattito ha persino incassato il prezioso endorsement di Taylor Swift. L'endorsement della superstar planetaria potrebbe davvero spostare moltissimi voti. "Scelgo Harris perché combatte per i diritti e le cause che credo abbiano bisogno di un guerriero che li sostenga. Penso sia una leader dotata e ferma e credo che potremmo realizzare molto di più in questo Paese se fossimo guidati dalla calma e non dal caos". Il sostegno è anche al futuro vice di Harris, Tim Walz, che secondo Taylor Swift "da decenni difende i diritti Lgbtq+, la fecondazione in vitro e il diritto delle donne al proprio corpo". "Ho fatto le mie ricerche e ho fatto la mia scelta - ha aggiunto la cantante -. La vostra ricerca è tutta vostra e la scelta è vostra. Voglio anche dire, soprattutto a chi vota per la prima volta: ricordate che per votare dovete essere registrati! Trovo anche che sia molto più facile votare in anticipo. Nella mia storia indicherò dove registrarsi e trovare le date e le informazioni per il voto anticipato", ha concluso.
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