Tecné, i sondaggi dell'11 agosto 2022
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Riunione di quasi tre ore ad alta tensione. Il segretario Letta: "Un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire". Furioso l'ex renziano Lotti: "Scelta politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche"
Sono servite quasi tre ore di riunione ad alta tensione, a cavallo delle mezzanotte di Ferragosto, ma alla fine la direzione del Pd ha approvato le liste di candidature al Parlamento alle elezioni del 25 settembre. Tra gli esclusi eccellenti c'è l'ex renziano Luca Lotti mentre Monica Cirinnà ci ha ripensato e alla fine, dopo il no iniziale, ha deciso di accettare la candidatura per Roma 4, in un collegio "difficile", e ha comunque definito "pessima" la gestione delle liste da parte del partito. La new entry è il virologo Andrea Crisanti, capolista per gli italiani all'estero nella circoscrizione Europa. Il segretario Enrico Letta: "Un peso politico e umano sul cuore".
Tra tensioni e polemiche - Alla fine in direzione sono stati tre i voti contrari e cinque gli astenuti con diverse rinunce in arrivo. Convocata inizialmente alle 11 del mattino del giorno di Ferragosto, la riunione è slittata a notte con tre convocazioni (alle 15, alle 20, alle 21:30) successivamente aggiornate fino ad avere inizio intorno alle 23:30. Ma le due esclusioni eccellenti hanno comunque fatto rumore e continuano a far discutere, anche all'interno dei Dem.
Il caso di Monica Cirinnà - Uno dei voti contrari in direzione è stato proprio quello della senatrice uscente Monica Cirinnà, protagonista delle battaglie per i diritti civili e le libertà personali a cui era stata offerta un'incerta candidatura al Senato. In un primo momento sembrava non aver accettato la candidatura per Roma 4, un "collegio dato per perdente" ma poi ci ha ripensato: "C'è stata una gestione degli accordi e delle liste pessima, molti colleghi stanno rifiutando collegi. Ho ricevuto uno schiaffo, sono stata non valorizzata a livello territoriale e neanche come dirigente nazionale, in quanto capo dipartimento dei diritti. Sono andata su un collegio dato come perdente, peccato che i collegi migliori, come i due di Roma, siano stati dati a persone ottime ma non del Pd, ad alleati", ha detto.
Fuori anche Luca Lotti - Altro escluso eccellente è l'ex renziano Luca Lotti. Per il suo possibile bis si erano spesi in molti nella corrente di Base Riformista guidata dal ministro Lorenzo Guerini, di cui proprio Lotti è fra i più autorevoli dirigenti. "Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è", ha scritto Lotti su Facebook. "La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche", ha aggiunto.
La smentita di Stefano Ceccanti - Il costituzionalsita Stefano Ceccanti, capogruppo uscente in commissione Affari costituzionali della Camera, ha smentito seccamente di aver accettato la candidatura a lui offerta. "Leggo con stupore che sarei candidato numero 4 al proporzionale a Firenze-Pisa. La notizia è destituita di qualsiasi fondamento come ben sa il segretario Letta. Spiegherò nel dettaglio", ha detto.
Letta e Cottarelli capilista - La new entry è invece Luca Crisanti, virologo noto al pubblico televisivo che sarà capolista per gli Italiani all'estero nella circoscrizione Europa. La lista approvata dalla direzione ha poi ratificato le annunciate candidature del segretario Enrico Letta da capolista alla Camera sia in Lombardia sia in Veneto e di Carlo Cottarelli capolista al Senato a Milano. Ci sono quattro capilista under 35 nelle varie aree del Paese (Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino) come preannunciato da Letta, a testimonianza concreta di spazio e attenzione che il Pd intende dare alle politiche per i giovani.
Casini "a difesa" della Costituzione" - A far notizia è stata anche la candidatura di Pier Ferdinando Casini nel collegio uninominale di Bologna per la coalizione di centrosinistra. Una candidatura che rappresenta una "voce" a difesa della Carta Costituzionale che il centrodestra potrebbe volere cambiare, come ha spiegato lo stesso Letta. "È possibile, non probabile ma possibile, che nella prossima legislatura si tenti un assalto alla Costituzione da parte della destra. Credo, in questo senso, che la voce di Casini potrebbe dare un contributo importante e utile ad allargare il sostegno intorno a noi e a rendere più efficace il nostro compito a tutela della Costituzione", ha spiegato. Quella di Casini al collegio senatoriale di Bologna è una conferma, visto che fu candidato anche nel 2018 dal Pd renziano.
Letta e il peso sul cuore - "Termino questo esercizio con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire", ha detto Letta, che ha parlato di un "peso politico e umano. Ma la politica è questo: assumersi la responsabilità. Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni e mi è pesato tantissimo. Volevo ricandidare tutti gli uscenti ma era impossibile. Potevo imporre i miei ma ho cercato di comporre un equilibrio, perché il partito è comunità", ha spiegato il segretario Dem. "Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era 'faccio tutto da solo'. Invece io ho cercato di comporre un equilibrio e il rispetto dei territori è stato tra i criteri fondanti delle scelte", ha aggiunto senza mancare di polemizzare con l'ex segretario Matteo Renzi.
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