Con il Rosatellum, è l'allarme lanciato dal segretario Pd, il centrodestra potrebbe ottenere il 70% dei seggi e cambiare la Costituzione
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Lo scontro fra Enrico Letta e Giorgia Meloni si sposta sul Colle. Per il segretario Pd, la leader di FdI spinge sul presidenzialismo per ottenere "i pieni poteri" perché "il vero obiettivo della destra è mandare a casa Sergio Mattarella". Uscendo un attimo dalla "modalità monaco tibetano" dove era entrata per "non rispondere alle provocazioni", Meloni ribatte: "Sono allarmismi che non hanno senso, non andiamo ad asfaltare le istituzioni".
Salvini: "Nessun pericolo comunismo o fascismo" - Lo sbocco al Quirinale rappresenta l'ennesima tappa di un duello sempre più duro, transitato anche dall'allarme per la democrazia lanciato da Letta. "Non ci sono pericoli fascisti né comunisti - gli risponde Matteo Salvini -. Se vincesse Letta, non succede, ma se succedesse nessuno griderebbe 'allarme arrivano i sovietici'". E anche per Matteo Renzi, "l'allarme non c'è".
Letta contro il Rosatellum e Renzi - Letta, spiegano dal Nazareno, ovviamente non si riferisce al rischio di un colpo di Stato ma al fatto che, con questa Legge elettorale, la destra potrebbe ottenere seggi a sufficienza per cambiare da sola la Costituzione e chiedere a Mattarella di farsi da parte, "come fece capire un lapsus rivelatore di Silvio Berlusconi". E qua torna in ballo la polemica sul Rosatellum che, in base ai calcoli del Pd, potrebbe consentire alla destra di ottenere il 70% dei seggi con poco più del 40% dei voti.
"Chi ha votato questa legge elettorale? Io no - spiega Letta - Con il cerino in mano restano Rosato e Renzi nel Terzo polo che potrebbe andare con la destra. Questa legge elettorale è stata il tentativo sbagliato di Renzi di costruire una leadership a sua immagine e somiglianza. E' sbagliatissimo".
Riforma, Renzi: "Aperto ad elezione diretta del premier non del Capo dello Stato" - Resta sul piatto la proposta di Meloni di una bicamerale sulle riforme, in primis sul presidenzialismo. Letta l'ha già bocciata. Carlo Calenda attacca: "Questa campagna elettorale è diventata demenziale, tra Letta che parla di allarme democratico al mattino e di non allarme democratico al pomeriggio, Meloni che propone la bicamerale". Mentre il suo alleato Matteo Renzi apre: "L'idea di una commissione bicamerale è tutt'altro che disprezzabile. Sono favorevole all'elezione diretta, ma credo che il sistema giusto sia l'elezione diretta del presidente del Consiglio, non del presidente della Repubblica".
Salvini: "Priorità è autonomia, non la Bicamerale" - Meno entusiasta Matteo Salvini: "Se parlo agli allevatori e chiedo loro cosa pensano della Bicamerale per le riforme quelli mi inseguono con il bastone". E poi rilancia: "Per noi l'autonomia in Veneto, piuttosto che in Emilia, è una priorità".
Pd: "Tema è voto intelligente, non voto utile" - Il segretario Pd continua intanto il lavoro "scientifico e certosino", sui 60 collegi contendibili: "Il tema - è il ragionamento nel Pd - non è il voto utile, ma il voto intelligente", visto che l'esito in quei seggi potrebbe ribaltare il pronostico dei sondaggi, finora favorevoli al centrodestra: "E chi vota Terzo polo o M5s aiuta la destra", ripetono i dem. A incoraggiare al Nazareno ci sono i dati secondo cui "il Pd si conferma primo partito fra i giovani", spiegano. In ogni caso, "il voto è sacro - ribadisce il segretario Pd - dura per cinque anni. Se noi vinciamo governiamo, sennò andiamo alla opposizione. Non saremo la 'protezione civile'".
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