VERSO IL VOTO

Renzi-Calenda, avviato il dialogo per il Terzo Polo ma si tratta ancora

Trattative febbrili tra Azione e Italia Viva: l'intesa, però, sembra a portata di mano. Leader della coalizione una donna? Mara Carfagna si smarca

09 Ago 2022 - 21:06
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Trattative febbrili tra Azione e Italia Viva per raggiungere un accordo nelle prossime ore in modo da presentare il 25 settembre agli elettori l'opzione di un Terzo Polo, a trazione "draghiana". Tra accelerazioni e frenate, dopo una giornata convulsa, quello che è certo è che le parti si stanno parlando e un'intesa sembra a portata di mano. Indiscrezioni non confermate da fonti ufficiali riferiscono che si starebbe lavorando già a un simbolo unico, che conterrebbe la scritta "Calenda" e sotto, più piccoli, i simboli dei due partiti.

Calenda: "Accordo non scontato né banale" - La giornata comincia con un batti e ribatti tra i due leader, sui giornali. Carlo Calenda, dalle colonne di La Repubblica, si dice pronto a discutere con Matteo Renzi per un'alleanza. Ma precisa: "Un accordo tra di noi non è né scontato né banale. Con lui ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte".

Renzi: "Insieme possiamo fare il botto" - Sulla stessa linea d'onda, ma più ottimista, il segretario di Italia Viva: "Le idee in comune sono più vicine delle diversità metodologiche e caratteriali che ci separano. Noi - osserva a Il Messaggero - ci siamo posizionati sul Terzo Polo da subito. Se Azione ci sta, siamo pronti a ricominciare insieme, senza primogeniture ma puntando al bene dell'Italia. Io e Carlo insieme possiamo fare il botto".

Azione, Calenda in conferenza stampa insieme a Gelmini e Carfagna

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Indiscrezioni e segnali contraddittori - Quindi, per tutto il giorno, nei capannelli del Transatlantico, un susseguirsi di rumors e indiscrezioni. Dai rispettivi staff trapelavano segnali contraddittori. Dopo pranzo, è il partito di Renzi a frenare: Italia Viva - riferiscono fonti vicine all'ex premier - è ancora davanti al bivio tra correre da soli o stringere l'accordo con Azione. Tuttavia, alla luce della freddezza mostrata dal partito di Calenda, tra i dirigenti renziani c'è scetticismo sull'intesa. Quindi le stesse fonti prendono tempo, escludendo una stretta immediata.

L'apertura prudente del leader di Azione - Mercoledì - fanno sapere - è attesa la convocazione degli organi del partito per decidere sul simbolo. Poco più tardi, Calenda, intervistato in diretta sul sito de La Stampa da Massimo Giannini, apre la porta all'intesa ma resta assai prudente: "Spero che nasca il Terzo Polo, ci sono le condizioni perché accada. Al momento - aggiunge - c'è una discussione con Italia Viva che dev'essere chiara: abbiamo il compito di integrare due corpi. Posso assicurare che l'accordo non c'è ancora".

Una donna possibile leader del Terzo Polo - Quindi ricorda che ad ogni modo. se ci sarà l'accordo, questo Terzo Polo dovrà avere una leadership "chiara". "Può essere magari anche una donna...", aggiunge. E in tanti pensano che l'europarlamentare pensi al ministro Mara Carfagna come la figura in grado di guidare la nuova formazione alle prossime elezioni in una suggestiva competizione tutta al femminile con Giorgia Meloni. Ma la Carfagna si è subito tirata fuori dalla corsa.

Carfagna: "In corso confronto serio e serrato" - L'esponente di Azione e ministro per il Sud assicura comunque che tra i due partiti è in corso "un confronto serrato e serio. Non è solo una questione di simboli, leadership o spazi televisivi". Secondo la Carfagna, "i partiti si trovano a percorrere dei passaggi che nella normalità ci avrebbero impiegato settimane o mesi. Tranne per i partiti che questa crisi l'hanno provocata", la stoccata.

La questione della raccolta firme - Calenda, infine, ribadisce che per Azione vale l'esenzione, per cui non esiste il problema della raccolta delle firme per la presentazione del simbolo. Tuttavia, per essere assolutamente certi di correre alle elezioni, la soluzione sarebbe quella di presentarsi con Italia Viva. Altrimenti, appunto, raccogliere le firme: già lunedì, in una riunione zoom, ha parlato con i direttivi provinciali per organizzare il "piano di battaglia", che partirà anche con l'invio di newsletter e con l'individuazione di persone che organizzino il lavoro. La norma prevede che le firme debbano essere 36.750 per i 49 collegi della Camera e 19.500 per i 26 collegi del Senato (in pratica, significa dover trovare 36.750 persone, che firmeranno sia per la Camera sia per il Senato), da presentare entro il 21-22 agosto.

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