Elezioni Regionali 2023, il premier Meloni e i leader politici alle urne
© Ansa | Giorgia Meloni
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Il presidente dell'Emilia Romagna: "La sconfitta è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre"
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Il centrosinistra diviso esce sconfitto in modo netto alle Regionali in Lazio e Lombardia e tra i big di Pd, M5s e Terzo polo volano gli stracci. Nei dem i candidati alla segreteria sono chiari: "La sconfitta è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre - dice Stefano Bonaccini - Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo". Anche più netta Elly Schlein: "Ora bisogna cambiare per davvero, nella visione, nei volti e nel metodo".
Il primo a fare l'analisi del risultato è Enrico Letta, che prova a farsi scudo con i dati del partito stimato al 20% sia nel Lazio sia in Lombardia: "L'Opa contro il Pd ha fatto male a chi l'ha tentata", dice. Letta usa uno schema simile a quello già adottato il giorno dopo le politiche, ma in questo caso infierendo sugli alleati-avversari di M5s e Azione-Iv. Il Pd, rivendica, è ancora la "seconda forza politica" e il "primo partito dell'opposizione". "Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5s e Terzo Polo che l'opposizione va fatta al governo e non al Pd".
Bonaccini concorda: "Un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un'altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà", sentenzia. Quanto a M5S e Terzo polo, dice chiaro il presidente dell'Emilia-Romagna, "se vorranno continuare ad andare ognuno per sé sappiano che diventeranno i migliori alleati della destra".
Parole che scatenano la reazione di Calenda e Conte. "Una certezza nella vita: il Pd non perde mai. E se perde è sempre colpa di qualcun altro. Caro Bonaccini - twitta il leader di Azione - avete e abbiamo perso perché siamo minoranza in un Paese che non vota. Occorre andare comune per comune a riprendere i voti. Politicismi e alchimie non funzionano".
Giorgio Gori punta il dito sulla situazione lombarda. "Possiamo a questo punto serenamente dire che la scelta del Terzo Polo di sostenere Letizia Moratti è stata una sciocchezza? Col maggioritario a turno secco - cinguetta - si è competitivi solo unendo tutto il centrosinistra (sì, pure i 5S). O lo capite o la destra vincerà ogni volta". La replica del leader del Terzo Polo al sindaco di Bergamo non si fa attendere. "Sicuramente non ha funzionato. Non ho mai problemi ad ammettere una sconfitta. La questione però è un poco più complessa. Scorsa volta eravamo tutti con te e hai/abbiamo preso meno del 30%. C'è un'inossidabile voto di destra che fa crescere Fontana anche dopo il disastro Covid", spiega e rilancia: "Da domani si accelera su partito unico e si riparte".
Anche Giuseppe Conte non intende lasciare "che suonino le campane a morto per il M5S". Se di sconfitta si tratta, "rimane circoscritta sul piano territoriale a queste elezioni", dice sicuro. Poi passa al contrattacco puntando il dito contro "il redivivo Letta" che "sembra volere stappare bottiglie di champagne sulla performance del Pd", quando ha "riconsegnato la regione alla destra". Il segretario Pd non ci sta e risponde: "I fatti. I nostri due candidati in Lombardia e Lazio ottengono più voti delle scorse regionali. Le nostre liste, oltre il 20%, prendono più delle politiche. Il Pd la sua parte l'ha fatta. M5S e Terzo Polo non hanno voluto coalizzarsi, dimezzano i voti e se la prendono con noi", insiste.
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