Elezioni Regionali 2023, il premier Meloni e i leader politici alle urne
© Ansa | Giorgia Meloni
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Alle stesse consultazioni precedenti, alle 23 aveva votato il 70,63% degli aventi diritto. Sono oltre 13 milioni gli italiani chiamati alle urne. Prevista l'elezione diretta di presidente e Consiglio. No ballottaggio
L'affluenza alle urne alle ore 23 è del 29,72% secondo i dati del Viminale relativi ai 1.882 Comuni chiamati al voto per le elezioni Regionali di Lombardia e Lazio. Forte calo dei votanti rispetto alle precedenti omologhe, quando però si votò in un solo giorno, con un’affluenza del 70,63%. Meloni interviene con il suo appello: "Sono elezioni importanti, andate a votare". I seggi si sono chiusi alle 23 di domenica e riapriranno lunedì dalle 7 alle 15. Al termine delle operazioni avrà inizio lo scrutinio. Per questo turno elettorale le sezioni sono 9.254 per la Lombardia per un totale di 1.504 Comuni e 5.306 sezioni per il Lazio suddivise in 378 Comuni. In totale gli elettori chiamati al voto nelle due Regioni sono oltre 13 milioni.
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I dati relativi alla totalità dei 1.882 comuni al voto per le regionali di Lombardia e Lazio testimoniano un'affluenza alle ore 23 del 29,72% (era stata del 70,63% alle precedenti omologhe). Lo rende noto il sito del Viminale. In Lombardia (1.504 comuni su 1.504) l'affluenza è del 31,78% (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva votato il 73,11%). Nel Lazio (378 comuni su 378) è del 26,28% (66,55%). Nel 2018 si votò in una sola giornata.
Uscendo dal seggio di Roma dove è andata a mettere la sua scheda nell'urna, Giorgia Meloni ha affermato: "È un'elezione importante, quindi spero che l'affluenza sia adeguata a una scelta come quella che si deve fare per Regioni così strategiche per una nazione. Quindi andate a votare".
Il risultato della consultazione, che eleggerà i nuovi presidenti e i Consigli regionali delle due più popolose Regioni italiane, sarà anche il primo banco di prova del governo dopo le elezioni politiche del 25 settembre.
Qui la corsa è a cinque: Alessio D'Amato (centrosinistra e Terzo Polo), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5s e altre liste di sinistra), Rosa Rinaldi (Unione popolare) e Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano).
© Withub
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Questi i candidati e le coalizioni: Attilio Fontana conta su Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, oltre che sulla sua lista civica. Letizia Moratti è in lizza oltre che col sostegno del Terzo polo, anche con quello della sua lista civica. Pierfrancesco Majorino è appoggiato dal Pd, dal M5s, dell'alleanza VerdiSinistra e Reti Civiche e della sua lista civica. Mara Ghidorzi, la quarta sfidante, è invece la candidata di Unione popolare.
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La scheda elettorale è di colore verde. L'elettore ha tre opzioni: votare per il candidato presidente (e la scelta non si estende alle liste collegate), votare per candidato presidente e una lista (nel caso si selezioni solo sulla lista la preferenza di estende anche al candidato) o optare per il voto disgiunto, cioè scegliere una lista e un candidato governatore non collegato. È possibile esprimere una o due preferenze per i candidati al Consiglio regionale: basta scrivere il cognome del candidato, o nome e cognome, accanto al simbolo della lista a cui appartiene. Nel caso si esprimano due preferenze, devono riguardare due candidati di sesso diverso pe rispettare la cosiddetta parità di genere. Se si scelgono due uomini o due donne la seconda scelta sarà annullata. Lo spoglio inizierà lunedì subito dopo la chiusura dei seggi. Per votare occorre, come di consueto, un documento d`identità e la tessera elettorale.
La legge elettorale prevede l'elezione diretta sia del presidente di Regione sia del Consiglio regionale, in un'unica tornata, a suffragio diretto. Non è previsto il ballottaggio: vince chi prende più voti. I consiglieri regionali sono eletti con criterio proporzionale, sulla base di liste circoscrizionali concorrenti, con l'applicazione di un premio di maggioranza. La coalizione del presidente eletto ottiene almeno il 55% dei seggi in Consiglio regionale, se il candidato presidente ottiene il 40% dei voti, e almeno il 60% se supera il 40%. In Lombardia, poi, vige la regola secondo cui la coalizione vincente non può avere più del 70% dei seggi dell'intero Consiglio regionale. I consiglieri eletti saranno rispettivamente 80 in Lombardia (12 il numero delle circoscrizioni) e 51 nel Lazio (5 circoscrizioni). Le elezioni regionali prevedono la possibilità del voto disgiunto.