adottato il regolamento

Legge sul ripristino della natura: via libera del Consiglio Ue

Le nuove norme contribuiranno a ripristinare gli ecosistemi degradati

22 Giu 2024 - 17:34
 © Eurostat

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Il Consiglio europeo ha adottato formalmente il primo regolamento di questo genere sul ripristino della natura. Questa legge mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, da quelli terrestri a quelli marini, d’acqua dolce e urbani.

Il regolamento mira a mitigare il cambiamento climatico e gli effetti dei disastri naturali. Aiuterà l’Ue a rispettare i suoi impegni ambientali internazionali e a ripristinare la natura.

Ripristino degli ecosistemi terrestri e marini

 Le nuove norme contribuiranno a ripristinare gli ecosistemi degradati negli habitat terrestri e marini degli Stati membri, a raggiungere gli obiettivi generali dell’Ue in materia di mitigazione e adattamento climatico e a migliorare la sicurezza alimentare. 
Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare congiuntamente, come obiettivo condiviso, almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’Ue entro il 2030.
A essere interessati sono una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprese le zone umide, le praterie, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, comprese le fanerogame marine e i letti di spugne e coralli. Fino al 2030 gli Stati membri daranno priorità ai siti Natura 2000 nell’attuazione delle misure di ripristino.
Sugli habitat ritenuti in cattive condizioni, elencati nel regolamento, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinare:

  • almeno il 30% entro il 2030
  • almeno il 60% entro il 2040
  • almeno il 90% entro il 2050

Sforzi di non deterioramento

 Gli Stati membri si impegneranno per prevenire un deterioramento significativo delle aree che:

  • hanno raggiunto buone condizioni grazie al restauro
  • ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento

Proteggere gli impollinatori

 Negli ultimi decenni l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici in Europa sono diminuite drasticamente. Per affrontare questo problema il regolamento introduce requisiti specifici per misure volte a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro e non oltre il 2030.

Misure specifiche per l’ecosistema

 Il regolamento stabilisce requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi compresi terreni agricoli, foreste ed ecosistemi urbani. 

Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a migliorare due di questi tre indicatori: la popolazione di farfalle delle praterie, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche a elevata diversità. Altre misure chiave di questa nuova legge sono l’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che non vi sia alcuna perdita netta negli spazi verdi urbani e nella copertura delle chiome degli alberi fino alla fine del 2030.

Previste anche misure volte a ripristinare le torbiere drenate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello dell’Ue. Inoltre, per trasformare almeno 25.000 km di fiumi in fiumi a corso libero entro il 2030, saranno adottate misure per rimuovere le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.  

Piani nazionali di ripristino

 Secondo le nuove regole, gli Stati membri devono pianificare in anticipo e presentare alla Commissione dei piani nazionali di ripristino, mostrando come raggiungeranno gli obiettivi. Devono inoltre monitorare e riferire sui propri progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello dell’Ue.

Prossimi passi

 Entro il 2033 la Commissione esaminerà l’applicazione del regolamento e i suoi impatti sui settori agricolo, della pesca e forestale, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.

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