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Coronavirus, le misure dell'Ue per la ripresa economica | Guarda la seconda puntata di "Giovane Europa"

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 14 maggio ed è realizzata in collaborazione con la Commissione europea

15 Mag 2020 - 16:35

La seconda puntata della nuova edizione di "Giovane Europa", la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con la Commissione europea, si focalizza sulle iniziative economiche che l'Unione europea ha messo in campo per aiutare gli Stati membri a uscire da quest'emergenza, non solo sanitaria, ma anche economica. Ospite del secondo appuntamento, andato in onda giovedì 14 maggio, Marco Buti, capo di gabinetto del commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni. 

L'approfondimento di Tgcom24 è partito analizzando il sistema pensionistico degli Stati europei. Un sistema che varia di Paese in Paese, ma che rappresenta una voce molto pesante nel bilancio degli Stati. Infatti, la vecchiaia è la voce che assorbe la fetta più grossa delle risorse europee, ben il 40,5%, mentre la salute segue solo al secondo posto con il 29,9% della spesa totale. Se il coronavirus dovesse affossare il pil dell'unione monetaria almeno del 7,7% nel 2020, constringerà di certo gli Stati a mettere la sanità in testa alle loro priorità. 

L'impatto del coronavirus sull'economia - "Come Commissione europea abbiamo presentato le nostre previsioni di primavera la settimana scorsa. La situazione è difficile, stiamo vivendo la più importante crisi da un secolo a questa parte, anche più grave della crisi del 2008, con una perdita netta di reddito che è molto pronunciata. Noi per l’Europa, nel suo complesso, registriamo una riduzione del pil di quasi 8 punti, per l’Italia ancora di più, quasi 9 punti e mezzo. Questo implica anche un aumento della disoccupazione. I governi e l'Unione europea stanno facendo molto e faranno ancora di più per risollevarsi e per rilanciare la crescita", spiega Buti.

Piani per affrontare la crisi e per rilanciare l'economia - Con un pacchetto di aiuti da 1000 miliardi di euro il Consiglio europeo dello scorso 23 aprile ha approvato un piano senza precedenti a sostegno dei Paesi colpiti dall'emergenza coronavirus. Pilastro fondamentale di questo accordo è la Bei, la Banca europea per gli investimenti. Fondata nel 1958 con il Trattato di Roma, la Bei è l'istituzione finanziaria che sostiene economicamente gli obiettivi politici dell'Unione. Un vero e proprio istituto di credito che finanzia infrastrutture, startup e imprese digitalmente avanzate. 

Non solo potenziamento della Bei, Sure (supporto alla cassa integrazione) e Mes. Tra gli strumenti Ue per il rilancio dell'economia c'è anche il Fondo di ricostruzione. "Ci stiamo lavorando - dice Buti - La Commissione presenterà le sue proposte entro la fine del mese. Portereremo avanti una serie di misure per attenuare il costo della crisi, ma anche per mettere le basi per una crescita più forte, stabile e sostenibile." 

Le misure economiche di Italia e Germania - Si è parlato anche delle misure economiche messe in campo da Italia e Germania. La cura economica per la crisi causata dal lockdown si articola nel caso dell’Italia su tre punti principali: il decreto Cura Italia, il decreto Liquidità e il decreto Rilancio. 

La Germania è il paese che ha erogato più fondi, si parla di 1100 miliardi. Si stima una spesa in deficit del 10% del pil del 2020, la fetta più grossa (820 miliardi) è destinata a lavoratori autonomi e imprese. Viene estesa anche in questo caso la cassa integrazione e indirizzata una cospicua somma alla sanità.

Come avviare la ripresa? - "I governi hanno fatto bene a mettere in campo notevoli risorse per attenuare l’impatto sociale devastante di questa crisi. Adesso, però, bisogna guardare avanti e inserire queste nuove misure in un progetto di rilancio più sostenibile e di medio-lungo periodo - conclude Buti - Descrivevo precedentemente le previsioni di primavera della Commissione. Questo è uno shock simmetrico in origine, vuol dire che tutti sono stati colpiti più o meno allo stesso modo. Il rischio, però, è di uscirne in maniera molto differenziata, con alcuni Paesi - come la Germania - che si possono permettere di mobilitare molte più risorse di altri. Quindi, il ruolo dell’Unione europea e del Fondo di ricostruzione sarà quello di livellare i Paesi, aiutare quelli più vulnerabili e meno forti a tornare al livello degli altri attraverso il programma di ampio respiro che stiamo mettendo in campo".

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