Dal turismo venatorio a falsi scopi scientifici, gli espedienti messi a nudo dall'associazione
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I bracconieri lombardi ricorrono addirittura all'iPhone per riprodurre i richiami per gli uccelli migratori. Altri cacciatori del Nord Italia arrivano fino in Calabria per catturare illegalmente uccelli con cui preparare la "polenta e osei" in ristoranti compiacenti. Sono solo alcune delle storie raccontate dai volontari del Wwf nel dossier "Guardie e ladri di natura" .
Un cattivo impiego della creatività italica
I racconti provengono da 15 regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia, dove operano le trecento guardie del Wwf. I volontari si impegnano a contrastare i reati ambientali - uno ogni 43 minuti, secondo il ministero dell'Ambiente - come il bracconaggio e la pesca di frodo, ma anche incendi, discariche illegali, abusivismo edilizio e maltrattamento di animali.
In Puglia, per esempio, le guardie del Wwf hanno fermato una donna con due rare civette delle nevi, poi rivelatasi una grande trafficante di animali esotici.
In Liguria è stata smascherata la cattura di uccelli selvatici portata avanti col falso pretesto della ricerca scientifica.
In Piemonte, invece, sono state scoperte gare motociclistiche in aree naturali autorizzate dai sindaci.
Se nel Lazio e nella Campania si segnalano le discariche abusive, in Friuli c'è il bracconaggio urbano nelle aree verdi di città.
La Sicilia, infine, si distingue per il racket di uccelli canori - cardellini, verzellini e verdoni - usati come richiami vivi dai bracconieri.